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  • Pizzoccheri con verza, casera, luganega e noci

    Pizzoccheri con verza casera luganega e noci

    Vi avevo accennato, nella puntata precedente, alla mia recente gita in Valtellina e della piccola dote che ho portato con me al ritorno. Dello stesso mulino della polenta taragna, utilizzata per il piatto della scorsa settimana, ho comprato anche dei pizzoccheri, la pasta di grano saraceno, vero e proprio simbolo della tradizione culinaria di quelle zone. Non era mia intenzione, però, replicare pedissequamente la ricetta originale, buonissima e caloricissima, quanto piuttosto elaborarne una versione un po’ rimescolata, con alcuni ingredienti di quella tradizionale ed altri spuri. Così pure il procedimento: a tecnica mista, lo definirei, per metà tecnica classica, per metà a capocchia. Ne è venuto fuori questo piatto qui.

    Ingredienti per due persone:

    250 gr di pizzoccheri (pasta essiccata)

    Una dozzina di foglie di verza

    100 gr di Valtellina Casera dop

    250 gr di luganega (o altra salsiccia)

    Una dozzina di noci

    Sale q.b.

    Mezzo bicchiere di vino bianco

    Uno spicchio d’aglio

    Parmigiano q.b.

    Olio e.v.o. q.b.

    Staccate da una verza una dozzina di foglie (basterà incidere la parte bassa della foglia che si congiunge con il torsolo). Lavatele e privatele della nervatura centrale- Tagliatele a listarelle piuttosto larghe.

    Portate a bollore una pentola d’acqua, salatela ed immergete la verza. Fate andare per una ventina di minuti. Private, quindi, del budello la vostra luganega.

    Lasciatela in pezzi grossi senza sminuzzarla troppo. In una padella, in olio e.v.o. (non lesinate), soffriggete uno spicchio d’aglio, rimuovetelo una volta imbiondito, quindi aggiungeteci la salsiccia. Rosolatela per un paio di minuti.

    Sfumate, quindi, con il vino bianco. Fate andare per un’altra decina di minuti, facendo asciugare.

    Sgusciate le noci e tritatele con l’aiuto di un mortaio o altro utensile atto all’uopo.

    Il Valtellina casera, è un formaggio tipico della Valtellina, di latte vaccino, di media stagionatura e a pasta semi-dura che costituisce, ovviamente, il formaggio che si utilizza più frequentemente nella ricetta tradizionale dei pizzoccheri. Grattugiatelo in scaglie.

    Come da tradizione, i pizzoccheri vanno calati, nell’acqua dove avete cotto la verza (e insieme ad essa). Nella ricetta tradizionale, ci sarebbero anche le patate, che ho eliminato a favore di una più robusta salsiccia, compensando con l’assenza del più calorico burro.

    Scolate al dente con l’aiuto di una una spumarola (e non nel classico scolapasta), versando pasta e verdura, direttamente nella padella in cui avrete cotto la luganega e in cui salterete il tutto. Aggiungetevi il casera, una manciata di parmigiano e parte delle noci in granella. Amalgamate delicatamente. Essendo i pizzoccheri poco elastici per la presenza del grano  saraceno e quindi causa assenza di glutine, rischiereste di spezzettarli tutti.

    Impiattate a vostro piacimento, completando con un’ulteriore abbondante spolverata di casera e con una di noci.

    Bon Appetìt!

  • Risotto allo zafferano con verza

    Risotto allo zafferano con verza

    Avevo questi bellissimi pistilli di zafferano regalatimi per il mio compleanno e la tentazione di prepararci un risotto era troppo grande. L’idea era quella di creare un piatto fusion, di quelli che mi piacciono tanto, che mescolano elementi e sapori di diverse tradizioni regionali. Cosa ne dici di fondere due risotti? Penso tra me e me prima di andare a fare la spesa. Allora eccola che vien fuori, in maniera del tutto naturale, sull’asse Milano – Napoli, la crasi tra il risotto per eccellenza, quello allo zafferano, nobile ed altolocato, e quello tipicamente napoletano, povero e popolare, ris’ ‘e virz’, con la verza cioé…

    Dedicato ai tanti napoletani che vanno su a Milano e che contribuiscono quotidianamente con il loro lavoro e i loro sacrifici a rendere la città lombarda la capitale che è. Forse l’unica in un paese malandato che dovrebbe essere raffigurato sotto sopra,  che come una clessidra svuota lentamente il sud della sua forza lavoro più competente, alla ricerca di una dignità che, ahimè, fatica a trovare sotto il 41° parallelo.

    Ingredienti per 4 persone:

    300 gr di riso carnaroli

    Un quarto di una verza grande

    Pistilli di zafferano q.b.

    40 gr di burro

    Scalogno q.b.

    Parmigiano q.b.

    Pepe nero in grani q.b.

    Sale q.b.

    Per prima cosa mettete in infusione in mezzo bicchiere d’acqua calda i pistilli di zafferano. Prendete, quindi, la vostra verza e privatela delle foglie esterne.

    Risotto allo zafferano con verza Risotto allo zafferano con verza

    Tagliatela in quattro parti. Quindi riducete uno dei quarti a listarelle e lavate sotto acqua corrente. Sciogliete in una pentola alta il burro e soffriggetevi dello scalogno, quindi versateci la verza ed aggiungete circa mezzo litro d’acqua. Salate. Fate andare per una cinquantina di minuti, finché la verza non sia completamente ammorbidita.

    Risotto allo zafferano con verza Risotto allo zafferano con verza

    Nel frattempo preparate le cialde di parmigiano. Basta disporre il formaggio su carta forno distribuendolo bene con l’aiuto di un cucchiaino, scegliendo la forma che più vi aggrada. Lasciate andare in forno a 200° per 6/7 minuti, fino a che comunque la cialda croccante non si sia formata. Attenzione a non bruciarla.

    Risotto allo zafferano con verza Risotto allo zafferano con verza

    Quando la verza è cotta versateci il riso e fate asciugare l’acqua fino a cottura completa. Quindi aggiungete l’acqua con lo zafferano (eliminando i pistilli in infusione) e fate asciugare rapidamente anche quella regolandovi con la fiamma.

    Risotto allo zafferano con verza Risotto allo zafferano con verza

    Mantecate per bene con un altro pezzetto di burro e con abbondante parmigiano.

    Risotto allo zafferano con verza Risotto allo zafferano con verza

    Impiattate a vostro piacimento, infilando, a decorazione, la cialda di parmigiano nel risotto e completando con una spolverata di pepe nero macinato grosso e qualche pistillo di zafferano per dare colore.

    Bon Appetìt!

  • Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse

    Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse

    Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse

    “Dai! Non fare lo sciocco e muovi quelle pinne” esortava papà salmone rivolgendosi al più giovane dei suoi figli che gli aveva appena confessato di aver paura di risalire il fiume. “Ma papà ci sono gli orsi che non aspettano altro! Io di lì non ci passo! Me ne torno in mare!”, così si lamentava il giovane pesce, timoroso in realtà più della terribile fatica che si faceva nel nuotare contro il flusso dell’acqua che scendeva a valle, piuttosto che del reale pericolo di finire tra gli artigli dei grizzly. “Non ho mai visto un salmone così fifone e sfaticato al tempo stesso! Se ci posso riuscire io che sono ormai vecchio e stanco, puoi tranquillamente farcela anche tu! Siamo o non siamo dei salmoni! Non è acqua che scorre contro, ricordalo, sei tu che vai incontro al tuo destino!”, ammonì perentorio papà salmone per ridestare l’istinto sopito del figlio. Ma il giovane pesce fece di testa sua, virò bruscamente con la coda ed invertì la sua marcia. Si trovò, però, presto solo ed affamato, distante ancora qualche decina di chilometri dall’agognato mare. Doveva trovare necessariamente un boccone con cui sfamarsi, perché se era vero che nuotare contro la forza dell’acqua non era affatto facile, nuotare veloce verso la libertà non era proprio una passeggiata. Scorse tra le alghe che si facevano più fitte in un’ansa del fiume quello che aveva l’aspetto di essere un bel gambero d’acqua dolce. Si avvicinò alla preda dapprima lentamente, per non farla scappare, poi accelerò negli ultimi metri, spalancando le fauci per farne un sol boccone. Lo addentò e sentì un dolore atroce. Cercò di scappare da quella forza invisibile che cercava di trascinarlo in superficie, ma è come se quel gambero maledetto avesse azionato dei reattori alle zampe che gli bruciavano la bocca e lo portavano  su. Si trovò, così, pochi minuti dopo a sbattere testa e coda sul fondo di una barca, con poche forze e senza più ossigeno. Fu così che nacque questo piatto…

    Ingredienti per due persone:

    Un trancio di salmone da 400 gr ca

    6 foglie di verza

    Sale

    Un ramoscello di menta

    Un tuorlo d’uovo

    Per la vellutata:

    2 patate

    3-4 rape rosse (a seconda delle dimensioni)

    Sale

    Per la pasta brisè:

    200 gr di farina 00 (debole)

    100 gr di burro

    50 ml di acqua

    Sale

    Cominciate a lavare per bene le rape senza sbucciarle. Conservate qualche costa per la decorazione. Potrete riutilizzarne il resto in un’insalata ad esempio (io le ho frullate e ci ho colorato un plumcake 😉 ). Quindi mettetele a lessare in acqua e sale per una quarantina di minuti o comunque il tempo necessario perché si ammorbidiscano del tutto.

    Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse

    Nel frattempo staccate da una verza 6 foglie cercando di tenerle intere. Vi consiglio di intaccare con un coltello la nervatura centrale vicino al torsolo e staccarle delicatamente da lì. Mettete a scaldare una pentola con abbondante acqua salata in cui andrete a sbollentarle ad una ad una. Nel frattempo che l’acqua bolla, lavate, pelate e tagliate a tocchetti le patate e lessate in acqua salata anche quelle.

    Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse

    Passate quindi a sbollentare le foglie di verza come già detto. Una trentina di secondi ciascuna. Disponetele su un vassoio ed asciugatele alla meglio con un po’ di carta assorbente per eliminare l’acqua in eccesso.

    Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse

    Passate alla preparazione della pasta brisè. In una scodella mettete la farina, qualche pizzico di sale ed il burro a temperatura ambiente. Impastate con la punta delle dita in modo da incorporare la farina nel burro fino ad ottenere un composto granuloso come quello in foto.

    Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse

    Quindi aggiungete l’acqua e per meglio impastare trasferite il composto su di un piano di lavoro. La pasta va, ad ogni modo, lavorata il meno possibile per evitare che si indurisca. Formate una palla di impasto, avvolgetela in un foglio di cellophane e lasciate riposare in frigo per mezz’ora.

    Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse

    Nel frattempo rape e patate saranno cotte. Sbucciate le rape e tagliatele a pezzetti. Quindi unitele alle patate ed a un mestolo di acqua di cottura di quest’ultime. Frullate con un minipimer fino a che il composto non diventi perfettamente liscio.

    Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse_12

    Passate quindi al vostro trancio di salmone. Se non l’avesse già fatto il vostro pescivendolo di fiducia per voi, privatelo della pelle e tagliatelo in due. Quindi prendete le vostre foglie di verza e toglieteci la nervatura centrale che vi darebbe fastidio nel momento in cui andreste ad avvolgere il trancio di pesce.

    Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse

    Quindi salate i tranci su entrambi i lati ed avvolgeteli nelle foglie di verza (3 per ciascun trancio) fino a formare un fagottino come in foto.

    Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse

    Prendete dal frigo la vostra pasta brisè. Dividetela in due e, con l’aiuto del matterello, tirate due sfoglie sottili. Quindi impacchettate il fagottino di verza e salmone nella sfoglia di pasta. Riponeteli in un ruoto imburrato e spennellate con un tuorlo d’uovo sbattuto.

    Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse

    Mettete in forno pre-riscaldato a 180° non ventilato per 25 minuti. Gli ultimi 5 minuti passate alla ventilazione per colorare la crosta della pasta brisè.

    Salmone in crosta di pasta brisè e verza su vellutata di patate e rape rosse

    Passate, quindi, ad impiattare. Disponete sul fondo del piatto, la vellutata di patate e rape rosse. Tagliate il fagottino di salmone in crosta in 4 triangoli. Quindi disponeteli sulla vellutata e completate decorando con un ramoscello di menta e le coste di rapa lasciate da parte.

    Bon appetìt!