Tag: #salsiccia

  • Fagioli alla messicana con borlotti freschi

    Fagioli alla messicana con borlotti freschi

    Corsi e ricorsi storici. Uno squattrinato e, udite udite, giovane Daniele era solito passare negli anni 90 le sue vacanze estive con gli storici amici del liceo rigorosamente in campeggio. In lungo e largo la penisola, non c’è stata regione italiana che non sia stata terra di conquista per quell’allegra combriccola. Ad ogni modo, come ogni armata Brancaleone che si rispetti, i nostri eroi facevano dei loro punti forti la disorganizzazione e l’improvvisazione. Se vivere il campeggio richiedeva una certa capacità di organizzarsi ed acquisire delle metodicità, noi questa dote non la possedevamo affatto. Avevamo però un cucinino. I ragazzi dovevano pur sfamarsi d’altronde. Tra l’altro si mangiava difatti una volta al giorno ed alla sera si arrivava con una fame che avresti mangiato il tuo compagno di tenda. La scena di quando si andava a scolare la pasta era particolarmente patetica. Dall’alto della nostra incapacità, ad esempio non pensammo mai di procuraci un contenitore per scolarvi l’acqua dentro o, ancora meglio, una di quelle pentole con lo scolapasta incorporato. Così in due ci si allontanava di qualche passo dal nostro accampamento e mentre uno rovesciava il contenuto della pentola nello scolapasta, l’altro lo reggeva a gambe divaricate. Risultato piedi ustionati ed occhiali appannati, in una delle peggiori gag che Stanlio ed Ollio avrebbero mai potuto metter su. Mettere in scena questa triste rappresentazione ciclicamente quasi ogni sera, aveva, però un momento di riscatto, chiamiamolo una specie di lieto fine. La preparazione a fine vacanza di un piatto speciale, sempre lo stesso, una bomba ad orologeria pronta a ricaricare di fuoco i giovani draghi che credevamo di essere. Ebbene sì, proprio questo piatto qui, i fagioli alla messicana, un piatto di rara rozzezza, che aveva il suo simulacro nella scena di Terence Hill che li mangiava in Lo chiamavano Trinità. Non eravamo fighi come lui, tutt’al più lerci come lui, ma eravamo pronti a ruggire la nostra giovinezza!

    Ingredienti per due persone:

    600 gr di borlotti freschi (con baccello)

    Due fette di cipolla

    50 gr di guanciale

    300 ml di passata di pomodoro

    3 salsicce

    Olio e.v.o. q.b.

    Sale q.b.

    Peperoncino q.b.

    Sbucciate i fagioli e risciacquateli prima di metterli in cottura. Metteteli a lessare in acqua salata.

    Fate cuocere per un’ora e mezza circa. In un’altra pentola, mi raccomando antiaderente o adatta a cotture lunghe, soffriggete la cipolla tritata finemente ed il guanciale tagliato a cubetti.

    Quindi aggiungeteci il peperoncino (non vi indico la quantità, dipenderà dalla piccantezza di quello che state utilizzando, ma sappiate che il risultato finale dovrà assestarsi parecchio in alto nella scala di Scoville) e rosolateci le salsicce prive di budello e tagliate in grossi pezzi. Quindi aggiungeteci i fagioli e parte dell’acqua di cottura degli stessi (non ne mettete troppa, altrimenti ci vorrà tanto tempo per farla asciugare).

    In ultimo aggiungete il passato di pomodoro e fate cuocere a fuoco lento per almeno un’ora. Il risultato dovrà essere parecchio denso. Aggiustate eventualmente di sale.

    Impiattate a vostro piacimento, in una terrina, in un piatto fondo, in una scodella o per un’esperienza davvero roots, mangiateli direttamente dalla pentola, ma non dimenticate una quintalata di pane freschissimo da inzuppare dentro.

    Bon Appetìt!

  • Patate ripiene con fave, salsiccia piccante e brie

    Patate ripiene con fave salsiccia piccante e brie

    Avevo queste belle patate sporche di terra rossa di Puglia, più precisamente delle zona di Galatina. “Queste hanno una bella pasta gialla compatta”, mi fa il fruttivendolo vicino casa, declamandone le doti. E devo dire che aveva ragione. Per nulla farinose, con una bella polpa soda e della forma oblunga, si prestano in modo particolare ad essere lessate o ad essere cotte al cartoccio. Così ho preso spunto da un’idea di mia sorella che ha proposto delle patate ripiene alla cena del suo compleanno qualche settimana fa (tecnicamente si dice rubacchiare) ed ovviamente con le dovute variazioni sul tema le ho riproposte per il blog.

    Ingredienti per due persone:

    4 patate di medie dimensioni

    150 gr di salsiccia piccante

    500 gr di fave (con baccello)

    Uno spicchio d’aglio

    4 fettine di brie

    Sale q.b.

    Pepe in grani q.b.

    Olio e.v.o. q.b.

    Lavate per bene le patate, andranno cotte e mangiate con tutta la buccia. Una volta asciugate, spennellatele di olio e.v.o. Quindi incartocciatele in foglio d’alluminio e fatele andare in forno a 180° per una cinquantina di minuti. Controllatene, ad ogni modo, sempre la cottura con un stuzzicadenti.

    Nel frattempo, sbucciate le fave ed eliminate anche il peduncolo che lega il seme al baccello.

    Dividete poi le fave per dimensione, le più grandi le terrete da parte per decorare il piatto, quelle di medie e piccole dimensioni le stuferete in casseruola, soffriggendo dapprima in olio e.v.o. uno spicchio d’aglio e poi aggiungendo mezzo bicchiere d’acqua per facilitarne la cottura (che sarà abbastanza rapida, nell’ordine di una decina di minuti).

    Sbriciolate la salsiccia piccante, eliminandone il budello e ripassate in padella con un po’ d’olio fino a rosolarle per bene.

    Quindi mischiate fave e salsiccia e tagliate a parte il brie in fettine abbastanza sottili.

    Quando le patate saranno cotte, toglietele dal cartoccio. Incidete quindi una V per crearvi lo spazio per il ripieno. Su una teglia, riempite le patate con fave e salsicce e bagnate con il loro umori di cottura.

    Quindi riponeteci sopra una fettina di brie ciascuno e fate andare in forno a 180 gradi per un quarto d’ora circa, i primi 10 a forno statico, gli ultimi 5 a forno ventilato.

    Impiattate decorando con le fave fresche e un po’ di pepe nero macinato grosso.

    Bon Appetìt!

  • Pizzoccheri con verza, casera, luganega e noci

    Pizzoccheri con verza casera luganega e noci

    Vi avevo accennato, nella puntata precedente, alla mia recente gita in Valtellina e della piccola dote che ho portato con me al ritorno. Dello stesso mulino della polenta taragna, utilizzata per il piatto della scorsa settimana, ho comprato anche dei pizzoccheri, la pasta di grano saraceno, vero e proprio simbolo della tradizione culinaria di quelle zone. Non era mia intenzione, però, replicare pedissequamente la ricetta originale, buonissima e caloricissima, quanto piuttosto elaborarne una versione un po’ rimescolata, con alcuni ingredienti di quella tradizionale ed altri spuri. Così pure il procedimento: a tecnica mista, lo definirei, per metà tecnica classica, per metà a capocchia. Ne è venuto fuori questo piatto qui.

    Ingredienti per due persone:

    250 gr di pizzoccheri (pasta essiccata)

    Una dozzina di foglie di verza

    100 gr di Valtellina Casera dop

    250 gr di luganega (o altra salsiccia)

    Una dozzina di noci

    Sale q.b.

    Mezzo bicchiere di vino bianco

    Uno spicchio d’aglio

    Parmigiano q.b.

    Olio e.v.o. q.b.

    Staccate da una verza una dozzina di foglie (basterà incidere la parte bassa della foglia che si congiunge con il torsolo). Lavatele e privatele della nervatura centrale- Tagliatele a listarelle piuttosto larghe.

    Portate a bollore una pentola d’acqua, salatela ed immergete la verza. Fate andare per una ventina di minuti. Private, quindi, del budello la vostra luganega.

    Lasciatela in pezzi grossi senza sminuzzarla troppo. In una padella, in olio e.v.o. (non lesinate), soffriggete uno spicchio d’aglio, rimuovetelo una volta imbiondito, quindi aggiungeteci la salsiccia. Rosolatela per un paio di minuti.

    Sfumate, quindi, con il vino bianco. Fate andare per un’altra decina di minuti, facendo asciugare.

    Sgusciate le noci e tritatele con l’aiuto di un mortaio o altro utensile atto all’uopo.

    Il Valtellina casera, è un formaggio tipico della Valtellina, di latte vaccino, di media stagionatura e a pasta semi-dura che costituisce, ovviamente, il formaggio che si utilizza più frequentemente nella ricetta tradizionale dei pizzoccheri. Grattugiatelo in scaglie.

    Come da tradizione, i pizzoccheri vanno calati, nell’acqua dove avete cotto la verza (e insieme ad essa). Nella ricetta tradizionale, ci sarebbero anche le patate, che ho eliminato a favore di una più robusta salsiccia, compensando con l’assenza del più calorico burro.

    Scolate al dente con l’aiuto di una una spumarola (e non nel classico scolapasta), versando pasta e verdura, direttamente nella padella in cui avrete cotto la luganega e in cui salterete il tutto. Aggiungetevi il casera, una manciata di parmigiano e parte delle noci in granella. Amalgamate delicatamente. Essendo i pizzoccheri poco elastici per la presenza del grano  saraceno e quindi causa assenza di glutine, rischiereste di spezzettarli tutti.

    Impiattate a vostro piacimento, completando con un’ulteriore abbondante spolverata di casera e con una di noci.

    Bon Appetìt!

  • Pappardelle con pomodoro del piennolo, gorgonzola, salsiccia alla birra e tarallo sbriciolato

    Pappardelle con pomodoro del piennolo gorgonzola salsiccia alla birra e tarallo sbriciolato

    In questo piatto ci sono alcuni dei miei ingredienti preferiti: il tarallo sbriciolato che sta bene su tutto e di cui limito l’utilizzo solo per non correre il rischio di risultare ripetitivo, il gorgonzola, di cui già vi ho detto nelle precedenti puntate e  verso cui ribadisco, più che l’amore, la vera e propria dipendenza, il pomodoro del piennolo, che per un vesuviano assume più o meno la medesima funzione vitale dell’acqua ed infine la birra, l’ingrediente nascosto nella fattispecie, il cui consumo per il sottoscritto è secondo solo a quello dell’ossigeno. Tutti concentrati in un unico semplicissimo piatto per inaugurare un nuovo anno all’insegna della felicità.

    Ingredienti per due persone:

    200 gr di pappardelle

    Una quindicina di pomodori del piennolo

    70 gr di grogonzola dolce

    Due salsicce

    25 cl di birra (tipo pilsner)

    Olio e.v.o. q.b.

    Uno spicchio d’aglio

    Sale q.b.

    Parmigiano q.b.

    Un tarallo napoletano

    Fate soffriggere in padella in olio e.v.o. uno spicchio d’aglio, toglietelo una volta imbiondito ed aggiungete le salsicce sbriciolate. Fatele rosolare un po’, quindi aggiungete la birra e fate andare a fuoco lento, fino a che non si asciughi quasi del tutto.

    Pappardelle con pomodoro del piennolo gorgonzola salsiccia alla birra e tarallo sbriciolato Pappardelle con pomodoro del piennolo gorgonzola salsiccia alla birra e tarallo sbriciolato

    Lavate i pomodori del piennolo e tagliateli a metà. Salate leggermente dalla parte della polpa.

    Pappardelle con pomodoro del piennolo gorgonzola salsiccia alla birra e tarallo sbriciolato Pappardelle con pomodoro del piennolo gorgonzola salsiccia alla birra e tarallo sbriciolato

    Scottate appena i pomodorini nel sugo della salsiccia alla birra. Giusto il tempo che si ammorbidiscano. Non schiacciateli. Quindi aggiungete il gorgonzola.

    Pappardelle con pomodoro del piennolo gorgonzola salsiccia alla birra e tarallo sbriciolato Pappardelle con pomodoro del piennolo gorgonzola salsiccia alla birra e tarallo sbriciolato

    Fatelo sciogliere allungando il sugo con un po’ di acqua di cottura della pasta nell’attesa che questa sia pronta. Nel frattempo sbriciolate anche il tarallo con l’aiuto di un mortaio o altro strumento utile.

    Pappardelle con pomodoro del piennolo gorgonzola salsiccia alla birra e tarallo sbriciolato Pappardelle con pomodoro del piennolo gorgonzola salsiccia alla birra e tarallo sbriciolato

    Scolate le pappardelle al dente, quindi saltatele nel sugo preparato amalgamando con una manciata abbondante di parmigiano.

    Pappardelle con pomodoro del piennolo gorgonzola salsiccia alla birra e tarallo sbriciolato

    Impiattate, completando con una generosa spolverata di tarallo napoletano sbriciolato.

    Bon Appetìt!