Tag: #parmigiana

  • Parmigiana di asparagi bianchi

    Parmigiana di asparagi bianchi

    Volevo un piatto tutto bianco, con ingredienti bianchi che restassero bianchi. E ancora un piatto che richiamasse la tradizione della cucina italiana, ma che non fosse poi così scontato. Non è quindi una semplice parmigiana, né una semplice parmigiana di asparagi, ma una parmigiana di asparagi bianchi, varietà veneta che resta albina perché fatta crescere sotto terra. Una sposa orfana della fotosintesi, che emerge dall’oscurità e vede la luce del sole per la prima volta solo quando viene raccolta.

    Ingredienti per due/tre persone:

    800 gr di asparagi bianchi

    30 gr di provola

    Parmigiano (a volontà)

    40 gr di burro

    350 ml di latte

    Farina 00 q.b.

    Sale q.b.

    Premessa importante, procuratevi, se non l’avete, una terrina sufficientemente piccola che contenga 8/10 asparagi di larghezza e 3 fila in altezza. Cominciate a tagliare gli asparagi tutti approssimativamente della stessa lunghezza. Quindi lavateli per bene.

    Metteteli a lessare in un bollitore alto (salate l’acqua), per una decina di minuti o comunque per il tempo strettamente necessario perché i gambi si ammorbidiscano per bene.

    Preparate una salsa besciamella al solito modo. Sciogliete il burro, scaldate il latte, addensate con la farina, avendo cura di setacciarla prima di versarla e non smettendo mai di girare con una frusta per evitare il formarsi di grumi (salate infine).

    Una volta pronta, bagnate il fondo della terrina con la besciamella, quindi disponete un primo strato di asparagi, cercando di non lasciare spazi vuoti.

    Ricoprite con un velo di besciamella ed abbondante parmigiano. Quindi con qualche fettina sottile di provola, tagliata molto sottile (ho utilizzato quella secca per ovvie ragioni di emigrazione).

    Quindi ricoprite con un altro strato di asparagi e ripetete quanto fatto sopra.  Infine il terzo ed ultimo strato di asparagi, ricoperto da besciamella e da un’abbondante spolverata di parmigiano. Infornate a 180° (forno statico) per 20 minuti, quindi 5 minuti a forno ventilato, per colorare leggermente la superficie.

    Impiattate a vostro piacimento, lasciando prima riposare un po’ per far compattare meglio la parmigiana di asparagi bianchi.

    Bon Appetìt!

  • Parmigiana di melanzane e pesce lampuga

    Parmigiana di melanzane e pesce lampuga

    Non è che si poteva far passare l’estate senza aver mangiato neanche una volta una parmigiana di melanzane! Vero simbolo delle calorie che non dovrebbero essere introdotte nel nostro organismo durante la stagione calda, archetipo del proibizionismo nelle diete dei nutrizionisti, la parmigiana è la quintessenza del peccato di gola. Goduriosa come poche pietanze, rende schiavi se accompagnata da una mozzarella di bufala se si vuol rimanere leggeri (si fa per dire) o può condurre direttamente al paradiso se di contorno alle polpette della nonna. La nostra missione, invece, pur non rinunciando al suo gusto voluttuoso né all’estetica dell’unto che la contraddistingue, era quella di presentarvela con un elemento di rottura e più esattamente in questa veste qui…

    Ingredienti per 4 persone:

    Un chilo di melanzane lunghe

    2 conserve di pomodoro del piennolo da 400 gr

    Una lampuga da 750 gr circa

    200 gr di provola

    Parmigiano q.b.

    Sale q.b.

    Olio e.v.o. q.b.

    Uno spicchio d’aglio

    Basilico q.b.

    Olio frittura q.b.

    Cominciate con la preparazione del sugo, soffriggendo uno spicchio d’olio in un pentolino e versando la conserva di pomodoro del piennolo. Il sugo va ristretto per bene, salato a metà cottura. Non esagerate con l’olio. Preparate alla pulizia anche il vostro pesce lampuga (potrete anche utilizzare un pesce diverso, ad esempio pesce bandiera, palamita, ecc.).

    Parmigiana di melanzane e pesce lampuga Parmigiana di melanzane e pesce lampuga

    Eviscerate il pesce e munitevi dei coltelli adatti per sfilettarlo. Incidete dietro la testa e lungo la pinna dorsale e quella anale. Asciugate per bene la pelle del pesce ed il piano di lavoro. Quindi fare scorrere il coltello lungo la lisca cercando di aderirvi il più possibile per non sprecare carne. Ripetete le operazioni dall’altro verso. Otterrete due grossi filetti.

    Parmigiana di melanzane e pesce lampuga Parmigiana di melanzane e pesce lampuga

    Portate a temperatura l’olio per friggere, quindi tagliate una melanzana alla volta (fette tagliate in lunghezza, spesse 3 mm ca) e friggetele fino a che non saranno ben dorate da entrambi i lati. Asciugatele per bene su carta assorbente.

    Parmigiana di melanzane e pesce lampuga Parmigiana di melanzane e pesce lampuga

    Tagliate a pezzetti la provola, quindi cominciate ad assemblare la parmigiana. In una teglia, preferibilmente di ceramica o di vetro, cospargete un primo strato di sugo, quindi coprite con le melanzane, aggiungendo altro sugo, la provola, qualche foglia di basilico ed abbondante parmigiano.

    Parmigiana di melanzane e pesce lampuga Parmigiana di melanzane e pesce lampuga

    Aggiungete quindi i filetti lampuga, ricoprite come con il precedente strato, quindi completate con le restanti melanzane (il numero di strati dipendere dalla quantità di melanzane e dalla grandezza della teglia).

    Parmigiana di melanzane e pesce lampuga Parmigiana di melanzane e pesce lampuga

    Infornate a 180° (statico) per 35 minuti circa. Una volta sfornata la parmigiana, fatela freddare un po’ per renderla più soda ed evitare che tagliandola si scomponga del tutto.

    Parmigiana di melanzane e pesce lampuga Parmigiana di melanzane e pesce lampuga

    Quindi impiattate, aiutandovi con una paletta larga e completate decorando con un ciuffetto di basilico.

    Bon Appetìt

  • Parmigiana di melanzane ed alici con pomodoro giallo e tarallo sbriciolato

    Parmigiana di melanzane ed alici con pomodoro giallo e tarallo sbriciolato

    Parmigiana di melanzane ed alici con pomodoro giallo e tarallo sbriciolato

    Un branco di alici. Una nuvola d’argento che si muove rapidamente nel mare, apparentemente senza una direzione precisa. Un spettacolo meraviglioso, al pari degli stormi di uccelli, ad esempio. Migliaia di piccoli animali che si spostano all’unisono, condotti non da un capo ma da uno spirito guida, un organismo unico, uno dei tanti miracoli della natura. Spesso le altre specie ci suggeriscono come rimanere insieme, tutti uniti, è non solo più funzionale, ma si lega indissolubilmente ad un’idea di bellezza che l’individualismo umano colpevolmente e troppo spesso disperde. È mia personalissima convinzione che solo quando l’uomo imparerà a pensare da specie e solo quando capirà che la condivisione è il principio di ogni arricchimento morale, questo mondo avrà la possibilità di essere un posto migliore.

    Ps A volte sono pesante, lo so, ma cerco di farmi sempre perdonare…

    Ingredienti per due persone:

    2 Melanzane

    250 gr di alici

    3 uova

    Sale

    Pepe

    Noce moscata

    Parmigiano

    150 gr di farina

    Olio per friggere q.b.

    800 gr di conserva di pomodoro giallo

    Uno spicchio d’aglio

    Olio e.v.o. q.b.

    100 gr di provola secca

    Un ciuffetto di basilico

    Un tarallo

    Cominciate a preparare il sugo. Ho usato una conserva di pomodorini gialli di collina, ma nulla vi vieta di utilizzare quelli freschi. L’importante è che il sugo sia ben ristretto e non eccessivamente condito. Quindi fuoco lento e tempi di cottura più lunghi. Nel mentre il sugo cuocia, portate a temperatura l’olio per friggere, tagliate le melanzane, non a fette, ma a rondelle (con uno spessore di 3 mm ca) ed immergetele nell’olio bollente fino a che non saranno perfettamente dorate su entrambe i lati. Asciugatele bene su carta assorbente, disponendole ordinatamente. Un consiglio: tagliatene di volta in volta la quantità necessaria, non tutte insieme quindi, per evitare che si ossidino. Altresì la procedura consigliata dalla nonna di immergerle in acqua e sale ha la controindicazione di riempirle d’acqua, essendo la polpa della melanzana molto porosa. Ne uscirà un fritto molle e non turgido come piace a noi. L’amarognolo della melanzana sarà, ad ogni modo, bilanciato dal sugo del pomodoro giallo che virerà molto sul dolce.

    Parmigiana di melanzane ed alici con pomodoro giallo e tarallo sbriciolato Parmigiana di melanzane ed alici con pomodoro giallo e tarallo sbriciolato

    Passate quindi alla preparazione delle alici indorate e fritte. Pulite innanzitutto le alici. Utilizzando indice e pollice staccatene la testa e lasciate scorrere delicatamente il pollice lungo la pancia del pesce. Toglietene, quindi, le viscere ed infine la spina e la coda. Agite con delicatezza, in modo da non dividere il pesce a metà. Quindi sbattete bene le uova con sale, pepe, noce moscata e parmigiano fino a formare una schiumetta in superficie. Tenendo sempre l’olio a temperatura (ben caldo ma non fumante), infarinate i filetti di alici (vi consiglio sempre di utilizzare una farina specifica per la frittura. In questo caso, avendo dimenticato la lista della spesa a casa, ho ovviamente dimenticato anche di comprane un pacco. Ho ovviato con la farina di riso che pure da’ buoni risultati lasciando la frittura asciutta e leggera), passatele nell’uovo ed immergetele nell’olio. Tiratele via quando saranno gonfie e dorate, disponendole su carta assorbente.

    Parmigiana di melanzane ed alici con pomodoro giallo e tarallo sbriciolato Parmigiana di melanzane ed alici con pomodoro giallo e tarallo sbriciolato

    Quando il sugo sarà pronto, potremo iniziare l’assemblaggio della parmigiana. Tagliate a fettine sottili la provola, quindi in una teglia da forno, disponete 4 rondelle di melanzane  come in foto.

    Parmigiana di melanzane ed alici con pomodoro giallo e tarallo sbriciolato Parmigiana di melanzane ed alici con pomodoro giallo e tarallo sbriciolato

    Quindi aggiungete uno strato di pomodoro, spolverando con del parmigiano. Proseguite con delle fettine di provola e le alici.

    Parmigiana di melanzane ed alici con pomodoro giallo e tarallo sbriciolato Parmigiana di melanzane ed alici con pomodoro giallo e tarallo sbriciolato

    Fate un altro strato identico quindi coprire con altre 4 rondelle di melanzane, pomodoro e abbondante parmigiano. Infornate a 180° (statico) per una ventina di minuti.

    Parmigiana di melanzane ed alici con pomodoro giallo e tarallo sbriciolato  Parmigiana di melanzane ed alici con pomodoro giallo e tarallo sbriciolato

    A questo punto impiattate le due parmigiane così ottenute ancora ben calde, completando con dell’altro parmigiano, il tarallo sbriciolato e qualche fogliolina di basilico.

    Bon Appetìt!

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

  • Parmigiana con filetti di triglia e zucchine

    Parmigiana con filetti di triglia e zucchine

    Parmigiana con filetti di triglia e zucchine

    Lo sguardo triste, perso nel vuoto…mi fissavano deluse o forse semplicemente annoiate dai bancali della pescheria. Mi stringeva il cuore lasciarle lì. Avrei voluto portarle via tutte, sia chiaro. Organizzare una festa a casa, in cui avrebbero avuto il ruolo di primadonna con la loro livrea elegante. Mi sono accontentato a malincuore di un cuoppo, preso dagli impegni e dal poco tempo a disposizione. Non è stata una festa, no, ma un simposio del gusto sì!

    Ingredienti:

    8 triglie di medie dimensioni

    2 zucchine grandi

    60 gr di caciocavallo

    Parmigiano q.b.

    Burro q.b.

    Sale q.b.

    Pepe in grani q.b.

    Olio per friggere q.b.

    Il piatto in realtà è molto semplice. L’unica complicazione è sfilettare il pesce se non siete avvezzi a farlo. In realtà con un buon coltello, di dimensioni ridotte, a lama liscia e ben affilato, è operazione tutt’altro che difficile. Per prima cosa squamate per bene il pesce, passando delicatamente il coltello sulla pelle della triglia per evitare di strapparla via. Con una forbicina aprite la pancia e tirate vie le viscere, pulendo il pesce sotto acqua corrente. Quindi, sempre con la forbicina, tagliate le pinne della triglia: quelle dorsali, quelle laterali e quelle sotto la pancia. A questo punto potete iniziare a sfilettare. Il primo passo è incidere il pesce all’altezza delle branchie. Fate scorrere la lama sino a sentire la lisca. Non staccate la testa, vi sarà più difficile completare l’operazione.

    Parmigiana con filetti di triglia e zucchine Parmigiana con filetti di triglia e zucchine

    Quindi, inclinando orizzontalmente il coltello, fatelo scorrere lungo tutta la lisca cercando di rimanervi il più aderente possibile con la lama per evitare di sprecare troppa carne. Andateci con cautela, senza aver fretta, in modo da fare un lavoro certosino. Staccato il primo filetto, voltate la triglia e ripetete l’operazione. Staccato anche il secondo filetto, rimarrà solo la testa, la lisca e la coda. Ripetete l’operazione anche per le altre 7 triglie.

    Parmigiana con filetti di triglia e zucchine Parmigiana con filetti di triglia e zucchine

    Tagliate quindi le zucchine a metà, in modo che le fette non risultino troppo lunghe. Lo spessore ideale, invece, è di 3 mm circa, in modo che non si abbrustoliscano durante la cottura. Immergetele nell’olio ben caldo e non appena dorate , tiratele via. Riponetele su un foglio di carta assorbente. Salate.

    Parmigiana con filetti di triglia e zucchine Parmigiana con filetti di triglia e zucchine

    Tagliate il caciocavallo a dadini (l’ho preferito alla provola fresca che avrebbe rilasciato troppa acqua). Prendete i vostri stampini ed imburrateli. Disponete prima 4 filetti di triglia a croce, successivamente le fettine di zucchine a foderare gli interi stampini. Aggiungetevi al centro qualche pezzetto di caciocavallo e abbondante parmigiano.

    Parmigiana con filetti di triglia e zucchine Parmigiana con filetti di triglia e zucchine

    Continuate, quindi, con gli altri 4 filetti di triglia, parmigiano, un altro strato di zucchine, qualche altro dadino di caciocavallo, ancora parmigiano e chiudete con le ultime fette di zucchine. Spolverate, infine, con altro parmigiano.

    Parmigiana con filetti di triglia e zucchine Parmigiana con filetti di triglia e zucchine

    Infornate a 180° (forno non ventilato) per 20 minuti circa. Quindi impiattate, capovolgendo la stampino sul piatto (basterà tenere lo stampino in una mano, adagiarvi con l’altra il piatto sopra e capovolgere). La parmigiana verrà via con facilità. Completate con una spolverata ulteriore di parmigiano e del pepe macinato grosso.

    Bon Appetìt!

     

  • Parmigiana di carciofi e baccalà

    Parmigiana di carciofi e baccalà

    Parmigiana di carciofi e baccalà

    Era il 1867, da pochi mesi mi ero arruolato nella marina mercantile islandese. A quelle latitudini, c’era poco da mercanteggiare; l’unica cosa da scambiare era il pesce. Quando uscivi in mare, manco a dirlo, il freddo ti tagliava la pelle e a nulla serviva la barba lunghissima che portavamo tutti, se non a cristallizzare il respiro intorno alla bocca. Cristalli di ghiaccio va da sé.

    Tanti e confusi sono i ricordi di quei tempi lontani eppure non potrò mai dimenticare quell’alba del 16 dicembre; come fosse ieri, per ogni giorno della mia vita.

    Navigavamo tra i fiordi del Vestfirdir, nella parte nord occidentale dell’isola, proprio di fronte alla Groenlandia. Un posto incantevole per quanto assolutamente inospitale. Il mare era calmo, piatto come una pozzanghera dopo che ha smesso di piovere. All’improvviso, però, l’acqua si increspò. Piccole onde che cominciarono a sbattere sulla carena della nave, prima dolcemente, poi sempre con maggiore impeto. Fu un attimo e dinanzi a nostri occhi si materializzò una creatura mostruosa. Un merluzzo enorme, più grande della più grande balena che avesse mai solcato gli oceani. Una chimera preistorica che doveva essersi infilata in un buco spazio temporale per lasciarsi alle spalle il Mesozoico e pararsi, proprio in quel momento, innanzi a noi. Denti aguzzi come quelli di un dinosauro, squame spesse come la pelle di un rinoceronte.

    Non ci scoraggiammo. L’occasione era troppo ghiotta per lasciarla sparire negli abissi. Ci lanciammo all’inseguimento del mostro, risoluti a pescarlo e a riportarlo sulla terra ferma, per farne tonnellate di baccalà!

    Appena a tiro gli lanciammo sul dorso le due reti più grandi che avevamo. A stento però riuscimmo ad imbrigliargli la seconda e la terza pinna dorsale. Dovevamo osare di più. Ci staccammo dalla scia della sua coda per virare verso il largo. Il merluzzo gigante si stava dirigendo verso il promontorio che chiudeva il lato nord del fiordo. Avrebbe con tutta probabilità virato anche lui verso il mare aperto e noi saremmo stati lì ad aspettarlo.

    Andò esattamente così. Ce lo trovammo dopo pochi minuti davanti a noi, con le fauci spalancate come se avesse voluto inghiottire la nostra barca e sciogliere nelle sue viscere quell’equipaggio di pochi uomini che osava affrontarlo.

    Fummo più lesti. Gli sparammo decine di fiocine, mirando agli occhi per accecarlo ed alle branchie per soffocarlo. Il grosso pesce si dimenò. Se avesse avuto una voce, avrebbe emesso il suono più straziante mai udito sulla terra. Inarcò dal dolore il suo corpo, facendoci imbarcare l’acqua di mezza baia. Ma, aggrappati a qualunque cosa, nessuno di noi finì in mare. Lanciammo l’ultima definitiva offensiva, un’ultima fiocina che gli si conficcò diritta nel cuore.

    Al mio ritorno in patria, mesi dopo, portai con me due grosse casse, colme di quelle carni preziose, frutto del coraggio di quello sparuto manipolo di vichinghi. Sciolsi il freddo, che mi si era attaccato addosso come una seconda pelle, al tepore primaverile del Sud. Aprii una delle due casse, ne estrassi una lunga lingua di filetto che bagnai per giorni fino a fargli perdere tutto il sale di cui si era impregnata. Quindi andai per campi a raccogliere dei bellissimi carciofi, maturi per le braci pasquali. Fu così che nacque questo piatto. Era l’aprile 1868.

    Ingredienti per due persone:

    3 carciofi

    Mezzo limone

    250 gr di baccalà (filetto)

    60 gr di provola

    Parmigiano q.b.

    2 uova

    Sale q.b.

    Pepe q.b.

    Noce moscata q.b.

    Burro q.b.

    Olio Frittura q.b.

    Due ciuffetti di basilico

    Una precisazione innanzitutto. Ho utilizzato, per questo piatto, uno stampino a tronco di cono. Va da sé che potete realizzarlo con stampi di forma diversa o semplicemente in una terrina come per la classica parmigiana. Il sapore non cambierà di certo.

    La preparazione è molto semplice. Basta innanzitutto preparare dei carciofi indorati e fritti. Per prima cosa mondate i carciofi dalle foglie esterne e dalla parte esterna dei gambi. Tenete i gambi dei carciofi lunghi, vi servirà. Quindi tagliate la parte superiore delle foglie per conservarne solo il cuore che immergerete (mentre ripetete l’operazione con gli altri carciofi) in acqua e sale. Spremetegli dentro, inoltre, mezzo limone in modo che i carciofi non scuriscano. Ho preferito non lessarli prima, visto il doppio processo di cottura che subiranno, fritti e poi in forno. Tagliateli, quindi, a crudo a fette spesse mezzo cm circa. Vi serviranno 8 fettine dalla forma ad Y, quindi non tagliatele troppo spesse.

    Parmigiana di carciofi e baccalà Parmigiana di carciofi e baccalà

    Sbattete le uova con sale, pepe, noce moscata e parmigiano. Sbattetele con energia, fino a formare sopra una schiumetta come in foto. Passate quindi ad infarinare accuratamente i carciofi. Se usate una farina specifica per la frittura, è meglio.

    parmigiana di carciofi e baccalà parmigiana di carciofi e baccalà

    Nel frattempo portate a temperatura l’olio per friggere. Quando sarà ben caldo, bagnate i carciofi nell’uovo da entrambi i lati ed immergeteli nell’olio bollente.

    parmigiana di carciofi e baccalà parmigiana di carciofi e baccala 7

    Asciugate la frittura su un doppio strato di carta assorbente. Lo so, a quel punto dovrete combattere la tentazione per non mangiarli subito, ma se sapete di non essere così forti di spirito, la soluzione può essere quella di comprare qualche carciofo in più.

    parmigiana di carciofi e baccalà

    Passate quindi a tagliare a dadini un paio di fette di provola e con molta accortenza, utilizzando un coltello a lama liscia ben affilato, il filetto di baccalà, che va fatto a fettine sottili di 4-5 mm circa.

    parmigiana di carciofi e baccalà parmigiana di carciofi e baccalà

    Quindi passate a comporre nella formina la vostra parmigiana. Imburrate le pareti dello stampo e disponete una o due fette di baccalà in modo che il fondo sia completamente ricoperto. Disponete quindi 4 fette di carciofi, quelle a forma di Y, lungo i lati dello stampo. Quindi inserire dei dadini di provola ed una prima spolverata di parmigiano.

    parmigiana di carciofi e baccalà parmigiana di carciofi e baccalà

    Prendete altre fette di baccalà ed andate a coprire gli spazi vuoti rimasti sul bordo. Quindi tagliate la parte del gambo dei carciofi in più, usandola per riempire la parte centrale. Aggiungete altra provola ed altro parmigiano, un’altra fetta di baccalà ed altri carciofi (non quelli a forma di Y che vi serviranno per l’altro stampino, mi raccomando). Riempite fino all’orlo, comprimendo bene. Completate con un’ultima spolverata di parmigiano.

    parmigiana di carciofi e baccalà parmigiana di carciofi e baccala 13

    Infornate a 180° (forno non ventilato) per 35 minuti circa. Quindi tirate fuori lo stampo con la parmigiana, lasciate freddare un paio di minuti e rovesciate lo stampo nel piatto di portata. Sfilate lo stampo delicatamente. Il risultato sarà un tornino compatto e geometrico. Completate l’impiattamento spolverando con altro parmigiano e un ciuffetto di basilico.

    Bon Appetìt!