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  • Involtini di triglia ammuddicati con scorzetta di cedro, finocchietto selvatico e curcuma su salsa al cedro

    Involtini di triglia ammuddicati con scorzetta di cedro finocchietto selvatico e curcuma su salsa di cedro

    Uocchie ‘e treglia, si dice, in dialetto, di una persona che ha lo sguardo di una persona non particolarmente sveglia all’apparenza. Vista così, se la fissiamo negli occhi, una triglia, in effetti, non ci colpisce per espressività. Ha, però, una livrea bellissima che la rendono ideale per un bel piatto scenico, pur non avendo di suo carni particolarmente pregiate. Tipicamente appronteremo un piatto dalle cromie centro-africane (vi siete mai soffermati sul colore delle bandiere degli stati sub-sahariani?) o di rimando da quelle raggae (eh sì c’è una connessione tra le due cose). Giallo rosso e verde. Un piatto che predica amore insomma. Let’s get together and fell all right!

    Ingredienti per due persone:

    Una dozzina di filetti di triglia

    80 gr di pan grattato

    Finocchietto selvatico q.b.

    Curcuma q.b.

    Un cedro

    Sale q.b.

    Olio e.v.o.

    Mezza tazza di latte

    Farina 00 q.b.

    Lavate per bene il vostro cedro, asciugatelo con altrettanta accuratezza e grattugiatene la scorza superficialmente (non anche la parte bianca sottostante per intenderci).

    Estraetene il succo e tritate finemente a coltello il finocchietto.

    In una padella, che pre-riscalderete, tostate leggermente il pan grattato. Aggiungetevi quindi il finocchietto tritato, la curcuma e le scorzette di cedro grattugiate (ho preferito tenerle fresche, anziché essiccarle al forno per perdere quanto meno profumo possibile). Mescolate per bene (aggiungete anche un pizzico di sale)

    Aggiungetevi quindi un filo d‘olio per ottenere un crumble sufficientemente granuloso ed umido.

    Sciacquate i filetti di triglia o, se siete dei cuochi che non devono chiedere mai, sfilettate i pesci da interi (ahimè io li ho trovati solo già belli e pronti). Salatene leggermente le carni. Cospargete i filetti di muddica (= crumble in siciliano) e formate un involtino chiudendolo con l’aiuto di uno stuzzicadenti.

    Una volta impacchettati tutti i filetti come si deve, ripassateli in  padella (dove avrete preriscaldato una quantità sufficiente di olio e.v.o. – non lesinate che il pan grattato assorbe), aiutandovi nel girarli con le punte degli stuzzicadenti che fuoriescono dall’involtino. Fate con delicatezza, per non rovinare la pelle.

    Nel frattempo, mettete il vostro partner o vostro figlio (fate voi) a preparare la salsina al cedro. Un filo d’olio, un po’ di latte, portate a temperatura, aggiungete il succo di cedro, cominciate ad addensare con poca farina 00, un cucchiaino alla volta (anche meno) avendo l’accortezza di setacciarla con un colino a maglie strette. Non smettete mai di girare con la frusta per evitare il formarsi di grumi. Solita storia, insomma.

    Impiattate, disponendo la salsina sul fondo del piatto, adagiandovi un po’ di involtini di triglia, sporcate il piatto con la muddica che sarà avanzata, decorate con un ciuffetto di finocchietto selvatico.

    Bon Appetìt!

  • Felafel al rosmarino con tzatziki al cedro

    Felafel al rosmarino con tzatziki al cedro

    Cominciamo col dire che sono il Grinch e per quanto la mia morale condivida lo spirito di pace, amore e generosità del Natale, stento a capire tutti i lustrini e le convenzioni che ne fanno da orpello. Nonostante tutto, in linea con le festività, avrei voluto comunque preparare qualcosa di riconducibile al Natale, ma ahimè, il covid (di cui mi sono finalmente liberato dopo la sopraggiunta tanto agognata negatività) ha scombussolato i miei piani. Avevo questi ceci secchi, con cui mi ero ripromesso di fare prima o poi dei felafel ed, in linea allo spirito altrettanto nobile “vabbuò ma teng’ a verè cu stu Natale”, i miei propositi si sono casualmente incrociati con l’arrivo di Santa Claus. Sotto l’albero allora delle simpatiche polpettine medio-orientali (che poi a pensarci è anche un bel messaggio di comunione e fratellanza tra popoli, no?).

    Ingredienti per 2/3 persone (circa 15 felafel):

    200 gr di ceci secchi

    Prezzemolo q.b.

    Rosmarino q.b.

    Un quarto di cipolla

    Un cucchiaio di farina di ceci

    Sale q.b.

    Pepe q.b.

    Curcuma q.b.

    Olio per friggere

    Per lo tzatziki:

    150 gr di yogurt greco

    Un cedro

    Aneto q.b.

    Un cucchiaio di olio e.v.o.

    Sale q.b.

    Cominciamo col fare una premessa: questa non è la ricetta originale dei felafel, ma modellata secondo disponibilità degli ingredienti e soprattutto secondo i miei gusti. In particolare nutro un odio abbastanza consolidato con il coriandolo (basilare in quelli tradizionali), motivo per cui ho deciso di sostituirlo col rosmarino (che è anche più profumato). Va da sé che anche lo tzatziki abbinato è una mutazione di quello classico. Ma chi mi segue da un po’ sa che non è mia intenzione di riscrivere la Bibbia della cucina, qui ci trovate un po’ di idee diverse che se vi va, potete riproporre a casa vostra (e la cosa mi onorerebbe assai).

    La preparazione parte 48 ore prima, il tempo necessario alla fase di ammollo dei ceci. Considerate che questi non vanno cotti in alcun modo, è pertanto necessario reidratarli a dovere per conferire all’impasto la giusta umidità (usando quelli in barattolo, ad esempio, si rischia di non riuscire a compattarli perché troppo ricchi d’acqua). Passate le 48 ore, asciugateli con un canovaccio e teneteli all’aria per un altro paio d’ore (in modo che si asciughino completamente).

    Ripassateli quindi al mixer per qualche minuto, in modo che il composto risulti abbastanza omogeneo e solo leggermente granuloso.

    Al mixer ripassate anche il prezzemolo, il rosmarino (fresco e solo gli aghi, mi raccomando) e la cipolla fino a formare un trito che aggiungerete ai ceci insieme al sale, al pepe, alla curcuma (per dare un po’ di colore) e a un cucchiaio di farina di ceci (servirà per compattare meglio le polpette).

    Rimestate fino ad ottenete un impasto omogeneo. Quindi prendetene la quantità che starebbe più o meno su un cucchiaio, compattatelo tra le mani e formate le vostre polpettine, prima dandogli la classica forma sferica, poi schiacciandoli sotto i palmi per conferirgli la tipica forma semi-cilindrica dei felafel.

    Passiamo, quindi, alla preparazione dello trzatziki. Ho trovato questo bellissimo e profumatissimo cedro e con fare furtivo, l’ho portato a casa come se avessi rubato un piccolo tesoro (si fa per dire, ovviamente l’ho pagato e neanche pochissimo). Lavatelo per bene, asciugate la buccia con dovizia e grattugiatela con l’apposito utensile (ne ho prelevato prima una piccola sezione, a dire la verità, per poterla utilizzare come decorazione). Estraetene quindi il succo.

    Aggiungete quindi allo yogurt greco, l’aneto opportunamente sminuzzato, un cucchiaio di olio di oliva, due di succo di cedro, parte della sua scorzetta grattugiata e un pizzico di sale. Mescolate per bene e lasciate riposare.

    A questo punto non dovrete far altro che aspettare ora di pranzo per friggere il felafel (vanno consumati rigorosamente caldi). Portate a temperatura l’olio ed immergete le polpettine fino a perfetta indoratura. Asciugate su carta assorbente.

    Impiattate a vostro piacimento decorando con una sezione di cedro e un ciuffetto di aneto. Spolverate lo tzatziki ed il piatto di portata con la restante parte di scorzetta grattugiata. Intingete i felafel ben caldi nella salsa prima di mangiarli (raccomandazione doverosa).

    Bon Appetit!