Tag: #casarecce

  • Casarecce con crema di peperoncini verdi, alici e crostini di pane alle olive

    Casarecce con crema di peperoncini verdi alici e crostini di pane alle olive

    Cerchiamo di fare chiarezza perché la questione è complicata. Premetto che quelli che ho utilizzato sono dell’unica tipologia comunemente reperibile qui al nord, li chiameremo indistintamente friggitelli o peperoncini verdi (che sono dolci e non piccanti, non dovrebbe essere necessario specificarlo, ad ogni modo per i più distratti lo ricordo tra parentesi). Nella patria però di quest’ortaggio, Campania felix manco a dirlo, la questione è decisamente più complessa, perché forma, denominazione ed in parte proprietà organolettiche variano a seconda se ci troviamo a sud o a nord del Vesuvio. Distinguiamo infatti la tipologia napoletana, coltivata nell’entroterra partenopeo, diciamo dal Monte Somma al nolano, dalla forma più regolare e leggermente più piccola e quella coltivata nell’agro nocerino sarnese, dalla forma più irregolare e leggermente più grande. Solo quest’ultima tipologia si potrebbe in realtà fregiare del genitivo ‘e ciumm’ (di fiume cioè, per chi non mastica), come vengono comunemente chiamati, in riferimento al fiume Sarno, delle cui limitrofe campagne questa è originaria. Va da sé che non è peccato mortale confonderli o chiamarli alla stessa maniera, anche perché il sapore è assai simile, deciso ed amaro (ma non erano dolci?). Vengono spesso indistintamente chiamati anche friarielli (da cui la traduzione universalmente riconosciuta di friggitelli in italiano), proprio come quelli famosi che si mettono sulla pizza (ma pure i peperoncini ci stanno una favola), ma guai a chiamare quest’ultimi friggitelli, attirereste solo l’ilarità dei locali. Tutto chiaro, no?

    Ingredienti per 2 perone:

    250 gr di casarecce

    750 gr di peperoncini verdi

    250 gr di alici

    Pane alle olive q.b.

    Sale q.b.

    Olio e.v.o. q.b.

    Uno spicchio d’aglio

    Basilico q.b.

    Mondate i peperoncini tagliando via il picciolo e soprattutto non pensate di poter far a meno di eliminare le sementi (aiutatevi con un coltello seghettatto e appuntito, basterà incidere laterallmente). Sciacquate per bene.

    Stufateli in padella in olio e.v.o. (in cui avrete precedentemente soffritto uno spicchio d’aglio), tenendo coperto con un coperchio per tutta la cottura. Tenetene giusto qualcuno intero da parte. Quindi frullate i restanti con il vostro minipimer, utilizzando gli umori rilasciati, fino ad ottenere una crema perfettamente liscia e sufficientemente fluida. Aggiustate di sale.

    Tagliate il pane alle olive in cubetti il più piccolo possibile e tostate velocemente in padella con un filo d’olio.

    Eviscerate le alici, eliminando testa, viscere e lische.

    Quindi sempre in padella cuocete velocemente le alici (in olio e.v.o.). Ci vorranno davvero 30 secondi. Maltrattatele un po’, saranno di condimento alla pasta. Salate. Anche in questo caso tenetene qualcuna da parte, che lascerete intera per l’impiattamento.

    Scolate la pasta ben al dente e saltatela nella padella con le alici, aiutandovi con un po’ d’acqua di cottura. Aggiungeteci, quindi, la crema di peperoncini verdi e quelli interi messi da parte. Amalgamate per bene.

    Impiattate a vostro piacimento, utilizzando le alici intere come decorazione, qualche crostino di pane alle olive per donare croccantezza e un ciuffetto di basilico come tocco finale.

    Bon Appetìt!

  • Casarecce al pistacchio con colatura di alici, burrata e datterini gialli

    Casarecce al pistacchio con colatura di alici burrata e datterini giall

    Unguento dal sapore miracoloso, la colatura di alici è il frutto della macerazione del pesce lasciato sotto sale per almeno 18 mesi. Un processo lento e dispendioso in tutte le sue fasi che si esaurisce con la colatura, per l’appunto, anch’essa infinita, goccia a goccia, estenuantemente lenta, del liquido che fuoriesce da un buco aperto nei tini che contengono le alici. Ecco, se vi domandate perché costa tanto, la risposta è tutta qui. Tanta materia prima, tanto lavoro e soprattutto tanta pazienza per ottenere quantità tutto sommato modiche di prodotto finale. Pazienza e denari che però vengono ripagati tutti dal sapore unico della colatura, intenso ma equilibrato. Nei piatti che la ospitano è di sicuro, per quanto invisibile agli occhi,  la protagonista.

    Ingredienti per due persone:

    250 gr di casarecce al pistacchio

    3 cucchiai di colatura di alici

    250 gr di datterini gialli

    Una burrata da 200 gr

    Olio e.v.o. q.b.

    Uno spicchio d’aglio

    Basilico q.b.

    Sale q.b.

    Tagliate i datterini a metà e salateli dal lato della polpa. Soffriggete uno spicchio d’aglio in olio e.v.o. (non lesinate) e toglietelo una volta imbiondito. Fate andare i pomodorini giusto il tempo necessario per ammorbidirli (no sugo!)

    Anzi, rimuoveteli dalla padella, per aggiungerli solo alla fine, per evitare che si sfaldino mentre saltate la pasta. Aggiungete, mi raccomando a fuoco spento, la colatura all’olio. Una piccola menzione per questa bellissima pasta artigianale di un pastificio di Bronte, ruvida, imperfetta, attorcigliata. Un prodotto di primissimo livello.

    Scolate le casarecce ben al dente e saltatele nel sugo insieme alla burrata (lasciatene un pochino da parte) che avrete precedentemente sezionato. Aiutatevi con un po’ d’acqua di cottura. Aggiungete qualche foglia di basilico.

    Aggiungete infine i datterini gialli e finite di amalgamare per bene.

    Impiattate decorando con un cucchiaio di burrata in superficie e qualche foglia di basilico.

    Bon Appetìt!