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  • Tonnarelli cacio e pepe agli agrumi con provolone del monaco

    Tonnarelli cacio e pepe agli agrumi con provolone del monaco

    tonnarelli cacio e pepe agli agrumi con provolone del monaco

    La verità è che al mio compleanno, una carissima amica, che conosce bene i miei gusti, mi ha regalato una fetta enorme di provolone del monaco. Badate bene, non un provolone qualsiasi, ma una vera pietra preziosa nel mondo della produzione casearia italiana. Ok, vi chiederete, ma che regali fanno a questo qui? Beh, diciamo che non sono un tipo da dopobarba…avvisati!

    Ingredienti per due persone:

    200 gr di tonnarelli

    50 gr di provolone del monaco

    Pecorino q.b.

    Una buccia di limone grattugiata

    Una buccia d’arancia grattugiata

    Pepe nero macinato q.b.

    Pepe nero in grani q.b.

    Pepe verde in grani q.b.

    Succo di mezzo limone

    Olio e.v.o. q.b.

    Sale q.b.

    Fare una cacio e pepe, sono in grado di farla tutti…almeno credo. E’ un piatto delizioso e velocissimo da preparare. In questa versione revisionata la prima cosa da fare è grattugiare una buccia di limone ed una di arancia. Riponetele in una terrina e infornate a bassa temperatura (non più di 60°) per una ventina di minuti per farle seccare.

    Tonnarelli cacio e pepe agli agrumi con provolone del monaco Tonnarelli cacio e pepe agli agrumi con provolone del monaco

    Mettete quindi l’acqua per la pasta sul fuoco. Nell’attesa che bolla, grattugiate il pecorino ed il provolone del monaco. Con l’aiuto di un mortaio o altro utensile equivalente, tritate in maniera grossolana il pepe in grani (sia quello nero che quello verde).

    Tonnarelli cacio e pepe agli agrumi con provolone del monaco Tonnarelli cacio e pepe agli agrumi con provolone del monaco

    Quando l’acqua bolle, salatela (non eccessivamente visto la presenza di altri ingredienti molto sapidi) e buttateci i tonnarelli. Spremete mezzo limone e prima di tirarli via, conservate un mezzo bicchiere di acqua di cottura. Quindi, scolate la pasta al dente e, in una padella, cominciate a saltare i tonnarelli con un filo d’olio e l’acqua di cottura.

    tonnarelli cacio e pepe agli agrumi con provolone del monaco tonnarelli cacio e pepe agli agrumi con provolone del monaco

    Quindi aggiungete il pepe, continuate a saltare ed, in un secondo momento, aggiungete il succo di limone, il pecorino e il provolone del monaco.

    tonnarelli cacio e pepe agli agrumi con provolone del monaco cacio e pepe agli agrumi con provolone del monaco_8_640x480

    Continuate a saltare fino a che non si sarà formata la classica cremina della cacio e pepe. Aggiungeteci parte delle bucce di limone e di arancia che avevate precedentemente grattugiato.

    tonnarelli cacio e pepe agli agrumi con provolone del monaco

    Quindi impiattate decorando con il pepe in grani macinato grosso e la restante parte delle bucce di agrumi.

    Bon Appetìt!

     

  • Calamaro imbottito con friarielli, provola e noci su polenta alla curcuma

    Calamaro imbottito con friarielli, provola e noci su polenta alla curcuma

    Calamaro imbottito con friarielli provola noci su polenta alla curcuma

    Una cornucopia di sapori, nel disegno divino, non poteva essere destinato ad altro. Non si spiegherebbe quella testa buffa a “cuoppo” pronta ad accogliere qualsiasi tipo di delizia. In un ipotetico paradiso per cefalopodi, il calamaro rappresenterebbe la trinità: fritto, affogato e, naturalmente, imbottito.

    Ingredienti per due persone

    Un calamaro da 300 gr circa

    Un fascio di friarielli

    4 noci

    2 fettine di provola

    50 gr di mollica di pane raffermo

    Latte q.b.

    Un uovo

    Sale q.b.

    Pepe q.b.

    Noce moscata q.b.

    Olio e.v.o. q.b.

    Uno spicchio d’aglio

    70 gr di farina di mais per polenta

    Curcuma q.b.

    Una noce di burro

    Peperoncino in polvere q.b.

    Cominciate col pulire e lavare i friarielli. Tenete solo le foglie e le infiorescenze ed eliminate gli steli. Fate soffriggere in una pentola alta, in olio e.v.o., uno spicchio d’aglio che toglierete quando si sarà imbiondito. Quindi, dopo averli strizzati per eliminare l’acqua in eccesso, stufate i friarielli coprendo la pentola con un coperchio. Girate spesso per evitare che si attacchino. Regolate di sale.

    calamaro imbottito con friarielli provola e noci su polenta alla curcuma calamaro imbottito con friarielli provola e noci su polenta alla curcuma

    Mettete, nel frattempo, a mollo la mollica di pane nel latte a attendete che ne assorba buona parte (lasciatela a bagno almeno una ventina di minuti). Tagliate quindi la provola a dadini.

    calamaro imbottito con friarielli provola e noci su polenta alla curcuma calamaro imbottito con friarielli provola e noci su polenta alla curcuma

    Nel frattempo i friarielli saranno cotti. Tirateli via dal fuoco e sminuzzateli con un coltello da cucina.

    calamaro imbottito con friarielli provola e noci su polenta alla curcuma calamaro imbottito con friarielli provola e noci su polenta alla curcuma

    Sgusciate e tritate grossolanamente le noci e sbattete un uovo con sale, pepe e noce moscata.

    calamaro imbottito con friarielli provola e noci su polenta alla curcuma calamaro imbottito con friarielli provola e noci su polenta alla curcuma

    Affrontate, ora, con coraggio il vostro calamaro. Se non l’avesse già pulito il vostro pescivendolo per voi, eliminate le viscere della testa, l’osso, la bocca e la parte cartilaginea al di sopra dei tentacoli. Cuocete quest’ultimi in padella con un filo d’olio. Quindi tagliateli a pezzetti.

    calamaro imbottito con friarielli provola e noci su polenta alla curcuma calamaro imbottito con friarielli provola e noci su polenta alla curcuma

    Siete, a questo punto, pronti per assemblare il ripieno. A fuoco basso, mescolate per bene il pane (che avrete strizzato), i friarielli e l’uovo, mescolando con una cucchiaia di legno ed ottenendo un composto omogeneo. In un secondo momento quindi aggiungete i tentacoli a pezzetti e le noci. A fuoco spento la provola (non vi conviene farla filare ora). Amalgamate bene ed aggiustate eventualmente di sale.

    calamaro imbottito con friarielli provola e noci su polenta alla curcuma calamaro imbottito con friarielli provola e noci su polenta alla curcuma

    Prendete quindi il calamaro, stringetelo dalla punta della testa per far uscire, eventualmente, l’aria e, con l’aiuto di un cucchiaino, imbottite il calamaro. Spingete ogni cucchiaino di imbottitura più a fondo che potete (se ne avete uno con il manico lungo sarebbe perfetto) in modo che il calamaro risulti, alla fine, gonfio e turgido. Prendete quindi qualche stuzzicadenti e chiudete ermeticamente la testa del calamaro in modo che l’imbottitura non fuoriesca durante la cottura. In una terrina, bagnatelo con olio e.v.o. ed infornate per 25 minuti a 180° (forno non ventilato).

    Prendete quindi il calamaro, stringetelo dalla punta della testa per far uscire eventualmente l'aria e, con l'aiuto di un cucchiaino, imbottite il calamaro. Spingete ogni cucchiaino di imbottitura più a fondo che potete (se ne avete uno con il manico lungo sarebbe perfetto) in modo che il calamaro risulti alla fine gonfio e turgido. Prendete quindi il calamaro, stringetelo dalla punta della testa per far uscire eventualmente l'aria e, con l'aiuto di un cucchiaino, imbottite il calamaro. Spingete ogni cucchiaino di imbottitura più a fondo che potete (se ne avete uno con il manico lungo sarebbe perfetto) in modo che il calamaro risulti alla fine gonfio e turgido.

    5 minuti prima che termini la cottura del calamaro, preparate la polenta. In 30 cl di acqua, che porterete rapidamente ad ebollizione, versate la farina di mais e fate assorbire l’acqua. Salate. Non dimenticate di togliere il calamaro dal forno, mi raccomando. Poco prima che termini la cottura della polenta, aggiungetevi la curcuma fino ad ottenere un bel colore giallo intenso.

    Prendete quindi il calamaro, stringetelo dalla punta della testa per far uscire eventualmente l'aria e, con l'aiuto di un cucchiaino, imbottite il calamaro. Spingete ogni cucchiaino di imbottitura più a fondo che potete (se ne avete uno con il manico lungo sarebbe perfetto) in modo che il calamaro risulti alla fine gonfio e turgido. calamaro imbottito con friarielli provola e noci su polenta alla curcuma 18

    Tenetela calda e non lasciate che si solidifichi. Eventualmente ravvivatela, prima di impiattare, con un pochino d’acqua. Togliete quindi gli stuzzicadenti dal calamaro e tagliatelo delicatamente con un coltello affilato (meglio se a seghetto) per non far uscire l’imbottitura dalla fetta di calamaro.

    Prendete quindi il calamaro, stringetelo dalla punta della testa per far uscire eventualmente l'aria e, con l'aiuto di un cucchiaino, imbottite il calamaro. Spingete ogni cucchiaino di imbottitura più a fondo che potete (se ne avete uno con il manico lungo sarebbe perfetto) in modo che il calamaro risulti alla fine gonfio e turgido.

    Impiattate creando un ovale di polenta, sporcandolo con il peperoncino in polvere ed adagiandovi sopra le fettine di calamaro.

    Bon Appetìt!

     

  • Scialatielli di farina di castagne con salsiccia piccante di maiale nero della Sila cotto alla birra, con porcini, pomodori secchi e tarallo sbriciolato

    Scialatielli di farina di castagne con salsiccia piccante di maiale nero della Sila cotto alla birra, con porcini, pomodori secchi e tarallo sbriciolato

    Scialatielli di farina di castagne salsiccia piccante di maiale nero della Sila porcini pomodori secchi tarallo sbriciolato

    Avevo un pochino di farina di castagne, residuo di una crostata fatta un po’ di tempo fa e non sapevo cosa farmene. Ci ho pensato per settimane. Quando poi, durante una sessione di corsa, in una serata gelida, col mare in burrasca a fare da backing vocals al mio fiatone (chi ha la fortuna di correre vicino al mare sa che poche cose ti fanno sentir meglio) e con la spuma del mare a inumidirmi di acqua salata le labbra, ecco che arriva l’illuminazione. E se ci facessi delle tagliatelle? C’è da dire che la farina di castagne non è particolarmente indicata per la produzione di pasta fresca perché è del tutto priva di elasticità, sapevo già di doverla mischiare con qualcos’altro. Tant’è che durante la lavorazione ho ripiegato su un formato leggermente diverso, uno scialatiello, più spesso e più corto delle tagliatelle, di sicuro più resistente.

    Ingredienti per due persone

    Per la pasta fresca:

    100 gr di farina di castagne

    100 gr di semola di grano duro

    2 uova

    Un pizzico di sale

    Per il sugo:

    2 salsicce di maiale nero

    Una bustina di porcini secchi

    6 pomodori secchi

    Un bicchiere di birra

    Mezzo tarallo sbriciolato

    Uno spicchio d’aglio

    Parmigiano q.b.

    Sale q.b.

    Due foglie di alloro

    Olio e.v.o. q.b.

    Iniziate col dissalare i pomodori secchi sotto l’acqua corrente. Quindi immergeteli in una ciotolina con dell’olio e.v.o. per farli ammorbidire. Mettete quindi a bagno anche i funghi secchi.

    scialatielli di castagna con salsiccia funghi porcini tarallo sbriciolato scialatielli di castagna con salsiccia funghi porcini tarallo sbriciolato

    Passate quindi alla preparazione della pasta. Miscelate le due farine in una scodella, quindi create la classica fontana al centro della farina e metteteci le uova. Inglobando man mano la farina nell’uovo comincerete ad impastare con forza. Vi consiglio di trasferire l’impasto ancora farinoso su un ripiano, per lavorarlo meglio. Durante la lavorazione aggiungete altra semola e fatela assorbire gradualmente. Saranno sufficienti una decina di minuti, nulla che i vostri bicipiti non possano affrontare con nonchalance. Alla fine otterrete una bella palla compatta e soda che, dopo aver avvolto in una pellicola, farete riposare in frigo per una mezz’ora.

    scialatielli di castagna con salsiccia funghi porcini tarallo sbriciolato scialatielli di castagna con salsiccia funghi porcini tarallo sbriciolato

    Avrete, nel frattempo, modo di preparare il sugo. Prendete le salsicce di maiale nero (la razza Silana è una delle più saporite), privatele del budello e sbriciolatele.

    scialatielli di castagna con salsiccia funghi porcini tarallo sbriciolato scialatielli di castagna con salsiccia funghi porcini tarallo sbriciolato 6

    Rosolatele, quindi,  in padella, in olio e.v.o. con uno spicchio d’aglio (che toglierete quando si sarà imbrunito). Versate quindi un bicchiere di birra (ne ho utilizzato una tipo pilsner non filtrata) e fate andare a fuoco vivace.

    scialatielli di castagna con salsiccia funghi porcini tarallo sbriciolato scialatielli di castagna con salsiccia funghi porcini tarallo sbriciolato

    Quando la birra si sarà dimezzata in volume, aggiungeteci i funghi secchi. Completate la cottura finché la birra non sarà completamente prosciugata ed i funghi ben cotti. Prima di passare alla preparazione della pasta, sbriciolate il tarallo con l’aiuto di un mortaio.

    scialatielli di castagna con salsiccia funghi porcini tarallo sbriciolato scialatielli di castagna con salsiccia funghi porcini tarallo sbriciolato

    Stendete la pasta con un mattarello fino ad ottenere una sfoglia di circa un millimetro. Non ho usato la macchina sfogliatrice perché l’impasto non era sufficientemente elastico. Con l’aiuto di un apposito taglia pasta, o anche di una semplice rondella per la pizza, tagliate delle striscioline di pasta lunghe una decina di cm ciascuna. Disponetele quindi su un ripiano o un vassoio infarinato con altra semola.

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    Aspettate che l’acqua bolla. Prima di buttare la pasta, tagliate alla julienne i pomodori secchi che si saranno, ormai, ammorbiditi. Salate l’acqua ed immergetevi le tagliatelle. Ci metteranno davvero pochi minuti per essere pronte. Provate per assaggiare il giusto punto di cottura. Toglietele comunque al dente perché andranno saltate in padella con il sugo delle salsicce, i pomodori, del parmigiano e parte del tarallo sbriciolato.

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    Impiattate con l’aiuto di un coppa pasta, aggiungete un’altra spolverata di parmigiano e di tarallo, quindi decorate con una foglia di alloro.

    Bon Appetìt!

     

     

     

     

  • Orecchiette con torzelle, filetti di acciughe piccanti, pecorino e finocchietto

    Orecchiette con torzelle, filetti di acciughe piccanti, pecorino e finocchietto

    Orecchiette con torzelle filetti di acciuga piccanti pecorino e finocchietto

    Le torzelle sono una verdura antichissima, progenitrice del più famoso friariello napoletano, meno amare rispetto a quest’ultimo, più saporite rispetto alle canoniche cime di rapa. Accantonate per decenni, sopravvissute probabilmente solo in qualche piccolo orto privato, sono state riscoperte da una dozzina d’anni e ri-commercializzate. In realtà, a tutt’oggi, non sono di semplicissima reperibilità. Più spesso appaiono sui banchi dei fruttivendoli nel periodo natalizio. Sono, infatti, una delle verdure che rientrano nella fatidica ricetta della minestra maritata. Dalle foglie arricciate e carnose, più spesse e con un più basso contenuto di acqua, rispetto a quello dei friarielli, possono anche essere preparate stufate o saltate in padella. Ad ogni modo, nel caso vi inciampiate nel vostro cammino, non potete lasciarvele scappare, innanzitutto perché sono buonissime e poi perché potrebbe passare un anno intero prima di poterle cucinare di nuovo.

    Ingredienti per due persone:

    200 gr di orecchiette

    8 filetti di acciuga piccanti

    1 fascio di torzelle

    Pecorino q.b.

    2 spicchi d’aglio

    Olio e.v.o.

    Sale q.b.

    Finocchietto q.b.

    La ricetta è semplicissima ed anche la preparazione è piuttosto veloce. Partiamo da loro, le protagoniste: le torzelle. Se non le avete mai viste sono queste qui in foto. Privatele dei gambi, esattamente come fate con i più comuni friarielli, lasciando solo le foglie, e lavatele.

    Orecchiette con torzelle filetti di acciuga piccanti pecorino e finocchietto Orecchiette con torzelle filetti di acciuga piccanti pecorino e finocchietto

    Soffriggete in olio e.v.o. (non lesinate), in una pentola alta, uno spicchio d’aglio. Toglietelo quando è imbiondito e immergetevi le torzelle. Coprite con il coperchio. Il vapore favorirà la cottura. Girate spesso con un forchettone per evitare che la verdura si bruci. Quando cominceranno ad appassirsi, aggiungete il sale (non troppo visto la presenza di altri ingredienti molto sapidi). Quindi continuate la cottura. In totale saranno sufficienti una decina di minuti. Quindi prendete una manciata di torzelle alla volta e sminuzzatele con un coltello da cucina.

    Orecchiette con torzelle filetti di acciuga piccanti pecorino e finocchietto Orecchiette con torzelle filetti di acciuga piccanti pecorino e finocchietto

    Cominciate a far bollire l’acqua e calate le orecchiette. Mentre la pasta cuoce, nella padella in cui andrete a saltarla, soffriggete uno spicchio d’aglio in olio e.v.o.. Toglietelo al momento opportuno, fatevi sciogliere 4 degli 8 filetti di acciughe e ripassatevi, quindi, le torzelle sminuzzate.

    Orecchiette con torzelle filetti di acciuga piccanti pecorino e finocchietto

    Prima di colare la pasta conservate un bicchiere di acqua di cottura, quindi scolate le orecchiette e saltatele in padella, aggiungendo una manciata di pecorino, qualche finocchietto e l’acqua di cottura. In un secondo momento i restanti filetti di acciuga (che non andranno sciolti del tutto) ed un altro po’ di pecorino.

    Orecchiette con torzelle filetti di acciuga piccanti pecorino e finocchietto Orecchiette con torzelle filetti di acciuga piccanti pecorino e finocchietto

    Completate l’impiattamento con una spolverata leggera di pecorino ed altri semi di finocchietto.

    Bon Appetìt!

     

  • Cous cous allo zafferano con carciofi e salmone

    Cous cous allo zafferano con carciofi e salmone

    Cous cous allo zafferano con carciofi e salmone

    Vi racconto di una vacanza bellissima, fatta un po’ di anni fa, nel coloratissimo Marocco. L’azzurro delle barche da pesca nel porticciolo di Essaouira; le luci bianche di Piazza Jamaa el Fna a Marrakesch che si accendono al tramonto ed illuminano il più chiassoso ed incredibile fast food a cielo aperto che sia mai stato dato concepire; il verde intenso dei palmeti che si estendono, senza soluzione di continuità, tra Ouarzazate e Zagora; ma anche, l’ocra della kasbah di Ait Benhaddou, il color crema dell’ingarbugliatissima medina di Fes vista dall’alto, l’arancio del deserto all’imbrunire ed ancora una volta l’azzurro del cielo terso tra le montagne dell’Anti-Atlante orientale. Vi sarebbero altri mille colori da raccontare, un intero pantone di meraviglie, ma mi interessava soffermarmi sui quelli dei tajine, i pentolini di coccio che i marocchini utilizzano per cuocere le pietanze e che vengono serviti anche in tavola, trasformandosi all’occorrenza in piatto da portata. Smaltati o ruvidi, spesso decorati, sono tutti bellissimi e non si può fare a meno di acquistarne uno e portarselo a casa. L’indiscusso protagonista del tajine, però, è il cous cous, cucinato per lo più in modo semplice e genuino con verdura ed eventualmente carne, soprattutto pollo. Mi vergogno un po’ a dirlo, ma il mio primo cous cous l’ho mangiato proprio in Marocco. Da allora rientra ciclicamente nella mia dieta ed ogni tanto compare a tavola quando ci sono degli ospiti speciali. Facilissimo e sbrigativo da cucinare, da preparare in mille modi, a questo giro, lo propongo in questa veste qui.

    Ingredienti per 3 persone

    250 gr di cous cous

    300 gr di salmone

    2 carciofi

    Mezzo limone

    2 bustine di zafferano

    Sale q.b.

    Olio e.v.o. q.b.

    Uno spicchio d’aglio

    Burro q.b.

    Peperoncini in fili q.b.

    Cominciate col mondare i carciofi. Preparate una scodella con acqua, sale e mezzo limone premuto. Sfrondate i carciofi, tagliate la parte superiore delle foglie rimaste e pulite la parte esterna dei gambi. Tagliatelo a metà e pulitelo dalla barba interna. Completata l’operazione per uno, lasciatelo nell’acqua, sale e limone per evitare che si scurisca e passate al successivo.

    Cous cous allo zafferano con carciofi e salmone Cous cous allo zafferano con carciofi e salmone

    Quando saranno entrambi mondati lessateli in acqua salata. Saranno sufficienti 7-8 minuti per ammorbidirli. Ad ogni modo, per sincerarvene, punzecchiatene uno con una forchetta  per verificare se affonda con facilità.

    Cous cous allo zafferano con carciofi e salmone Cous cous allo zafferano con carciofi e salmone

    Nel mentre preparate in padella il vostro trancio di salmone. In olio e.v.o. imbiondite uno spicchio d’aglio e scottate il salmone da entrambi i lati. Anche qui saranno sufficienti pochissimi minuti di cottura. Quando sarà cotto, togliete la pelle e fatelo a pezzetti.

     Cous cous allo zafferano con carciofi e salmone Cous cous allo zafferano con carciofi e salmone

    Scolate i carciofi che, nel frattempo, saranno sicuramente cotti. Tagliate ogni metà in tre listarelle. Quindi ripassate nella padella dove avete cotto il salmone.

    Cous cous allo zafferano con carciofi e salmone cous cous allo zafferano con caciofi e salmone 9

    Aggiungete il salmone e saltate per un minuto, aggiustando di sale. Passate, poi, alla preparazione del cous cous, riscaldando dell’acqua salata in una pentola. In una padella più grande, a fuoco medio, mettete il cous cous, tostatelo per 30 secondi con una noce di burro e versatevi l’acqua calda, in quantità doppia rispetto a quella utilizzata di semola. L’acqua si assorbirà rapidamente. La durata totale della cottura del cous cous dipenderà dalla qualità della semola. Quindi provate di tanto in tanto.

    cous cous allo zafferano con caciofi e salmone 10 cous cous allo zafferano con caciofi e salmone 11

    Aggiungete altra acqua se è necessario; quindi, a cottura  quasi ultimata versate un bicchiere d’acqua con le due bustine di zafferano disciolte, fate asciugare di nuovo, aggiustate eventualmente di sale e completate versandovi i carciofi ed il salmone. Fate insaporire per un minuto.

    Cous cous allo zafferano con carciofi e salmone Cous cous allo zafferano con carciofi e salmone

    Passate ad impiattare aiutandovi con un coppapasta e decorate con il peperoncino a fili.

    Bon Appetìt!

     

     

     

     

  • Fagottini di verza ripieni di polenta e feta greca

    Fagottini di verza ripieni di polenta e feta greca

    Fagottini di verza ripieni di polenta e feta greca

    Qualche volta i piatti me li sogno. Ero dal mio rifocillatore notturno ufficiale, di quelli che ti lanciano un’ancora di salvataggio, quando hai bevuto troppo, ti viene una fame da lupo e sono più o meno le quattro meno un quarto del mattino. Eroi! Non riesco a trovare un sostantivo diverso per questi uomini che sorpassano a velocità doppia l’etica del lavoro ed irrompono a mani alzate sul traguardo della letteratura epica. Ma torniamo al sogno. Tengo stretta tra le mani questa formidabile pita greca, perfettamente geometrica e odorosa di grassi saturi. Do un primo morso e sento la feta sciogliersi in bocca, calda come il latte materno. Sono in paradiso già al primo boccone. Addento di nuovo e con voracità di nuovo ancora. Ma qualcosa ad un certo punto va storto. La pita si scompone, faccio fatica a contenerla nel tovagliolo di carta in cui me l’hanno avvolta. Diventa molle. Mi accorgo che non hanno utilizzato la solita piadina, doppia, morbida e resistente, ma una sfoglia di polenta che si sta sciogliendo col calore della carne del ripieno. Cerco, con lo sguardo terrorizzato, di incrociare quello della tipa che me l’ha servita per chiederle aiuto. Lei, quasi a scusarsi, mi urla: “era un esperimento!”. Non ricordo altro, devo essermi svegliato. Ma dopo qualche giorno, qualcosa di quella visione notturna mi è maturato dentro ed è diventato più o meno questo piatto qui.

    Ingredienti per 4 persone

    200 gr di farina di mais per polenta

    400 gr di feta greca

    1 verza grande

    Burro q.b.

    Parmigiano q.b.

    Noce moscata q.b.

    Pan grattato q.b.

    Sale q.b.

    Senape in granelli

    Cominciate con il preparare la polenta. Portate ad ebollizione un litro d’acqua. Salatela con sale fino quindi versatevi la farina di mais con cui preparare la polenta. Rimestate con una cucchiaia di legno o una frusta e fate assorbire l’acqua. Aggiungete un paio di noci di burro. Normalmente in sette – otto minuti è pronta. A fine cottura aggiungete parmigiano e noce moscata. Aggiustate eventualmente di sale. Quindi, ancora calda, disponetela in un tegame cercando di livellarne la superficie il più possibile. Infornate a 180° (forno non ventilato) per 10 minuti. Quindi lasciate freddare.

    Fagottini di verza ripieni di polenta e feta greca Fagottini di verza ripieni di polenta e feta greca

    Staccate le foglie di verza ad una ad una, cercando di non romperle. L’operazione è un po’ delicata, ma con pazienza ci riuscirete facilmente. Vi consiglio di staccarle dal basso, intaccando con un coltello la base attaccata al torsolo ed infilando piano piano le dita della mano sotto la foglia. Lavate quindi le foglie della verza e mettete a bollire in una pentola abbondante acqua (salatela). Nell’attesa che bolla, tagliate la feta in parallelepipedi più piccoli.

    Fagottini di verza ripieni di polenta e feta greca Fagottini di verza ripieni di polenta e feta greca

    Disponete quindi un pezzo di feta alla volta sulla polenta ed utilizzatela per regolarvi con la misura del taglio della polenta. Disponete quindi i vostri ripieni perfettamente geometrici su un ripiano o un vassoio.

    Fagottini di verza ripieni di polenta e feta greca Fagottini di verza ripieni di polenta e feta greca

    Quando l’acqua bolle, immergete una alla volta le foglie di cavolo. Lasciate a mollo per quindici secondi (il tempo necessario per ammorbidirle), immergetene un’ altra, fate scorrere l’acqua in eccesso, quindi disponete le due foglie su un vassoio con le basi delle due foglie rivolte verso l’esterno. Tagliate la base delle foglie, che saranno rimaste dure e che sarebbero di impiccio nella composizione del vostro fagottino.

    Fagottini di verza ripieni di polenta e feta greca Fagottini di verza ripieni di polenta e feta greca

    Disponete il vostro ripieno al centro delle foglie e ripiegatele. Prima su uno dei due lati lunghi del ripieno, quindi sui due lati corti, in ultimo sul lato lungo. E’ possibile che le foglie siano troppo grandi e che dobbiate tagliarne dei pezzi in eccesso. Nell’eventualità non buttateli, per carità, mai sprecare il cibo! Conservateli per un ottimo riso e verza il giorno seguente.

    Ripete l’operazione di volta in volta per quanti sono i vostri ripieni di polenta e feta. Quindi disponete in un tegame e cospargete di parmigiano e pan grattato.

    Fagottini di verza ripieni di polenta e feta greca Fagottini di verza ripieni di polenta e feta greca

    Informate a 180° per 25 minuti. I primi 20 a forno non ventilato, i successivi 5 a forno ventilato per favorire la gratinatura. Quando avranno una bella superficie dorata, tirateli fuori ed impiattate.

    Fagottini di verza ripieni di polenta e feta greca

    Se preferite, per rendere il piatto più colorato, tagliate il fagottino in diagonale in modo che il ripieno sia in evidenza. Completate la decorazione del piatto cospargendo di senape in granelli (o in alternativa semi di papavero).

    Bon Appetìt!

     

  • Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca

    Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca

    Cannelloni ripieni di ricotta e minestra di Natale con besciamella alla zucca

    Le tradizioni, si sa, vanno rispettate, soprattutto a tavola. Io alla minestra maritata a Natale, ad esempio, non ci rinuncerei per niente al mondo. O forse sì! Qualche volta si può pure decidere di reinterpretarle, senza il rischio di essere blasfemi. Come in questo caso. O forse no! Ad ogni modo, in questa occasione, gli ospiti hanno gradito.

    Ingredienti per 4 persone (ma anche 3 se si è di buon appetito)

    12 cannelloni

    300 grammi di ricotta

    Un fascio di cicorietta

    Un fascio di borragine

    Un fascio di scarolella

    80 gr di caciocavallo

    Parmigiano q.b.

    Pan grattato q.b.

    Sale q.b.

    Pepe nero q.b.

    Pepe verde in grani q.b.

    250 ml di latte

    60 gr. di burro

    3 cucchiai di farina di riso

    250 gr di zucca

    2 spicchi d’aglio

    Olio e.v.o. q.b.

    Cominciamo dalla minestra maritata. Si mangia più o meno nelle case di tutti i napoletani a Natale, solitamente come antipasto, tanto per tenersi leggeri in vista di una maratona gastronomica che sfiancherebbe Pantagruele in persona. Insieme alle verdure, immancabile è la carne, o maiale o manzo o gallina o un mix di tutte e tre. Le verdure utilizzate, invece, sono la borragine, la scarolella, la cicorietta. Spesso si utilizza anche la verza, qualcuno mette anche le torzelle, che sono però di più difficile reperibilità. Lasciamo ai puristi però la disquisizione su quale sia la pozione magica. Per il nostro ripieno dei cannelloni ci serviranno la cicorietta, la borragine e la scarolella, che vi presento. Nella foto da sinistra a destra nell’ordine sopra elencato. Facili da distinguere no? Ci vuole solo un po’ d’occhio, in realtà sono sufficientemente diverse le une dall’altre. Lavatele bene, risciacquandole più volte sotto l’acqua corrente. Strizzatele per eliminare quanta più acqua è possibile. In una pentola alta soffriggete in olio e.v.o. uno spicchio d’aglio. Una volta imbiondito toglietelo e immergetevi le verdure. Fuoco basso, mi raccomando. Coprite con un coperchio ed ogni paio di minuti girate. Il vapore cuocerà in pochi minuti le vostre verdure. A metà cottura salate. Nel mentre tagliate a dadini la zucca e, questa volta in una padella, soffriggete un altro spicchio d’aglio. Quindi aggiungetevi la zucca. Salate.

    Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca

    Quando le verdure sono cotte, toglietele dalla pentola e sistematele in un colino grande o uno scolapasta piccolo. Sarà importante farle freddare ed, al contempo, farle perdere l’acqua in eccesso. Con l’aiuto di un peso e di un piatto da frutta o di una ciotola sufficientemente grande, sistemate le verdure della minestra maritata come in foto. L’acqua, lentamente, si poserà sul fondo del contenitore.

    Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca

    Quando anche la zucca sarà cotta (si lascerà schiacciare con facilità), frullatela aiutandovi con un minipimer ad immersione, aggiungendovi un goccio di latte ed aggiustando,eventualmente, di sale.

    Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca

    Quando le verdure si saranno freddate ed avranno scaricato buona parte della loro acqua sminuzzatele con un coltello.

    Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca

    Quindi prendete la ricotta. Stemperatela aggiungendovi parmigiano e pepe. Tagliate a dadini il caciocavallo.

    Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca

    Aggiungete prime le verdure alla ricotta, rendendo il composto omogeneo. Quindi i dadini di formaggio. Aggiustate, eventualmente, di sale.

    Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca

    Riempite i cannelloni ad uno uno, con l’aiuto di un cucchiaino, del composto a base di ricotta.

    Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca 14 Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca 14

    Passate quindi alla preparazione della besciamella. Sciogliete il burro in un pentolino antiaderente. Aggiungete il latte. Mescolate con una frusta. Quando il latte sarà caldo (non fatelo bollire però), aggiungetevi uno alla volta, i tre cucchiai di farina di riso (potete usare anche della comune farina 00 se non avete quella di riso), avendo prima, però, premura di setacciarla. Girate bene, senza fermarvi. Lo scopo sarà quello di avere una salsa perfettamente liscia, senza grumi.

    Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca 14 Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca 14

    Aggiungetevi quindi la crema di zucca preparata in precedenza, continuando a girare, finché la besciamella non avrà raggiunto la densità desiderata, né troppo fluida, né troppo densa. Sistematela quindi sul fondo e sulle pareti della teglia in cui infornerete i cannelloni.

    Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca 14 Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca 14

    Disponete quindi i cannelloni nel tegame, lasciando un po’ di spazio tra l’uno e l’altro. Quindi ricoprite con abbondante besciamella e spolverate con cura con parmigiano e pan grattato (tenete da parte un po’ di besciamella per la decorazione). Infornate a 180° per 25 minuti circa. Vi consiglio di tenere il forno non ventilato per i primi 20 minuti e poi passare in modalità ventilata per gli ultimi 5 per favorire la gratinatura.

    Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca 21

    Mentre attendete che i cannelloni completino la cottura, macinate in maniera grossolana gli acini di pepe verde. Quando saranno pronti tirate i cannelloni via dal forno.

    Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca Cannelloni ripieni di ricotta e minestra maritata con besciamella alla zucca

    Quindi impiattate, spennellando con parte della besciamella restante ed aggiungendovi un’ulteriore spolverata di parmigiano ed una di pepe verde.

    Bon Appetìt!

     

     

     

     

  • Parmigiana di carciofi e baccalà

    Parmigiana di carciofi e baccalà

    Parmigiana di carciofi e baccalà

    Era il 1867, da pochi mesi mi ero arruolato nella marina mercantile islandese. A quelle latitudini, c’era poco da mercanteggiare; l’unica cosa da scambiare era il pesce. Quando uscivi in mare, manco a dirlo, il freddo ti tagliava la pelle e a nulla serviva la barba lunghissima che portavamo tutti, se non a cristallizzare il respiro intorno alla bocca. Cristalli di ghiaccio va da sé.

    Tanti e confusi sono i ricordi di quei tempi lontani eppure non potrò mai dimenticare quell’alba del 16 dicembre; come fosse ieri, per ogni giorno della mia vita.

    Navigavamo tra i fiordi del Vestfirdir, nella parte nord occidentale dell’isola, proprio di fronte alla Groenlandia. Un posto incantevole per quanto assolutamente inospitale. Il mare era calmo, piatto come una pozzanghera dopo che ha smesso di piovere. All’improvviso, però, l’acqua si increspò. Piccole onde che cominciarono a sbattere sulla carena della nave, prima dolcemente, poi sempre con maggiore impeto. Fu un attimo e dinanzi a nostri occhi si materializzò una creatura mostruosa. Un merluzzo enorme, più grande della più grande balena che avesse mai solcato gli oceani. Una chimera preistorica che doveva essersi infilata in un buco spazio temporale per lasciarsi alle spalle il Mesozoico e pararsi, proprio in quel momento, innanzi a noi. Denti aguzzi come quelli di un dinosauro, squame spesse come la pelle di un rinoceronte.

    Non ci scoraggiammo. L’occasione era troppo ghiotta per lasciarla sparire negli abissi. Ci lanciammo all’inseguimento del mostro, risoluti a pescarlo e a riportarlo sulla terra ferma, per farne tonnellate di baccalà!

    Appena a tiro gli lanciammo sul dorso le due reti più grandi che avevamo. A stento però riuscimmo ad imbrigliargli la seconda e la terza pinna dorsale. Dovevamo osare di più. Ci staccammo dalla scia della sua coda per virare verso il largo. Il merluzzo gigante si stava dirigendo verso il promontorio che chiudeva il lato nord del fiordo. Avrebbe con tutta probabilità virato anche lui verso il mare aperto e noi saremmo stati lì ad aspettarlo.

    Andò esattamente così. Ce lo trovammo dopo pochi minuti davanti a noi, con le fauci spalancate come se avesse voluto inghiottire la nostra barca e sciogliere nelle sue viscere quell’equipaggio di pochi uomini che osava affrontarlo.

    Fummo più lesti. Gli sparammo decine di fiocine, mirando agli occhi per accecarlo ed alle branchie per soffocarlo. Il grosso pesce si dimenò. Se avesse avuto una voce, avrebbe emesso il suono più straziante mai udito sulla terra. Inarcò dal dolore il suo corpo, facendoci imbarcare l’acqua di mezza baia. Ma, aggrappati a qualunque cosa, nessuno di noi finì in mare. Lanciammo l’ultima definitiva offensiva, un’ultima fiocina che gli si conficcò diritta nel cuore.

    Al mio ritorno in patria, mesi dopo, portai con me due grosse casse, colme di quelle carni preziose, frutto del coraggio di quello sparuto manipolo di vichinghi. Sciolsi il freddo, che mi si era attaccato addosso come una seconda pelle, al tepore primaverile del Sud. Aprii una delle due casse, ne estrassi una lunga lingua di filetto che bagnai per giorni fino a fargli perdere tutto il sale di cui si era impregnata. Quindi andai per campi a raccogliere dei bellissimi carciofi, maturi per le braci pasquali. Fu così che nacque questo piatto. Era l’aprile 1868.

    Ingredienti per due persone:

    3 carciofi

    Mezzo limone

    250 gr di baccalà (filetto)

    60 gr di provola

    Parmigiano q.b.

    2 uova

    Sale q.b.

    Pepe q.b.

    Noce moscata q.b.

    Burro q.b.

    Olio Frittura q.b.

    Due ciuffetti di basilico

    Una precisazione innanzitutto. Ho utilizzato, per questo piatto, uno stampino a tronco di cono. Va da sé che potete realizzarlo con stampi di forma diversa o semplicemente in una terrina come per la classica parmigiana. Il sapore non cambierà di certo.

    La preparazione è molto semplice. Basta innanzitutto preparare dei carciofi indorati e fritti. Per prima cosa mondate i carciofi dalle foglie esterne e dalla parte esterna dei gambi. Tenete i gambi dei carciofi lunghi, vi servirà. Quindi tagliate la parte superiore delle foglie per conservarne solo il cuore che immergerete (mentre ripetete l’operazione con gli altri carciofi) in acqua e sale. Spremetegli dentro, inoltre, mezzo limone in modo che i carciofi non scuriscano. Ho preferito non lessarli prima, visto il doppio processo di cottura che subiranno, fritti e poi in forno. Tagliateli, quindi, a crudo a fette spesse mezzo cm circa. Vi serviranno 8 fettine dalla forma ad Y, quindi non tagliatele troppo spesse.

    Parmigiana di carciofi e baccalà Parmigiana di carciofi e baccalà

    Sbattete le uova con sale, pepe, noce moscata e parmigiano. Sbattetele con energia, fino a formare sopra una schiumetta come in foto. Passate quindi ad infarinare accuratamente i carciofi. Se usate una farina specifica per la frittura, è meglio.

    parmigiana di carciofi e baccalà parmigiana di carciofi e baccalà

    Nel frattempo portate a temperatura l’olio per friggere. Quando sarà ben caldo, bagnate i carciofi nell’uovo da entrambi i lati ed immergeteli nell’olio bollente.

    parmigiana di carciofi e baccalà parmigiana di carciofi e baccala 7

    Asciugate la frittura su un doppio strato di carta assorbente. Lo so, a quel punto dovrete combattere la tentazione per non mangiarli subito, ma se sapete di non essere così forti di spirito, la soluzione può essere quella di comprare qualche carciofo in più.

    parmigiana di carciofi e baccalà

    Passate quindi a tagliare a dadini un paio di fette di provola e con molta accortenza, utilizzando un coltello a lama liscia ben affilato, il filetto di baccalà, che va fatto a fettine sottili di 4-5 mm circa.

    parmigiana di carciofi e baccalà parmigiana di carciofi e baccalà

    Quindi passate a comporre nella formina la vostra parmigiana. Imburrate le pareti dello stampo e disponete una o due fette di baccalà in modo che il fondo sia completamente ricoperto. Disponete quindi 4 fette di carciofi, quelle a forma di Y, lungo i lati dello stampo. Quindi inserire dei dadini di provola ed una prima spolverata di parmigiano.

    parmigiana di carciofi e baccalà parmigiana di carciofi e baccalà

    Prendete altre fette di baccalà ed andate a coprire gli spazi vuoti rimasti sul bordo. Quindi tagliate la parte del gambo dei carciofi in più, usandola per riempire la parte centrale. Aggiungete altra provola ed altro parmigiano, un’altra fetta di baccalà ed altri carciofi (non quelli a forma di Y che vi serviranno per l’altro stampino, mi raccomando). Riempite fino all’orlo, comprimendo bene. Completate con un’ultima spolverata di parmigiano.

    parmigiana di carciofi e baccalà parmigiana di carciofi e baccala 13

    Infornate a 180° (forno non ventilato) per 35 minuti circa. Quindi tirate fuori lo stampo con la parmigiana, lasciate freddare un paio di minuti e rovesciate lo stampo nel piatto di portata. Sfilate lo stampo delicatamente. Il risultato sarà un tornino compatto e geometrico. Completate l’impiattamento spolverando con altro parmigiano e un ciuffetto di basilico.

    Bon Appetìt!

     

     

     

  • Filetto di tonno rosso con mandorle su salsa all’arancia

    Filetto di tonno rosso con mandorle su salsa all’arancia

    Filetto di tonno rosso con mandorle su salsa all arancia

    Quest’estate a Favignana, tra una cala dall’azzurro paradiso ed un cannolo celestiale, mi è capitato di assaggiare questo paté di tonno all’arancia. L’accoppiamento mi è parso, son sincero, assolutamente entusiasmante. Non ho avuto nemmeno bisogno di segnarmelo sul taccuino del viaggiatore smemorato, l’ho rispolverato alle prime arance di stagione, desideroso di riassaggiarne il sapore.

    Per due persone:

    300 gr di filetto di tonno rosso

    1 arancia

    Una decina di mandorle

    30 gr di burro

    Latte q.b.

    Farina q.b.

    Sale q.b.

    Olio e.v.o. q.b.

    Un ciuffetto di prezzemolo

    Cominciate a grattugiare la buccia dell’arancia dopo averla lavata ed accuratamente asciugata. Separate bene le scorzette e fatele seccare in forno in una terrina antiadarente (se non vi fidate potete anche utilizzare della carta da forno) ad una temperatura di 60°. Approssimativamente dopo una trentina di minuti dovrebbero essere croccanti ed asciutte. Spremete quindi l’arancia in un apposito spremi-agrumi, ripassando il succo in un colino a maglie strette per eliminare tutte i residui della polpa. La preparazione di questo piatto è molto rapida, quindi attendete che le bucce d’arancia siano pronte. Nel mentre potrete ingannare l’attesa tritando grossolanamente le mandorle, ad esempio, con l’aiuto di un mortaio.

    Filetto di tonno rosso con mandorle su salsa all'arancia  Filetto di tonno rosso con mandorle su salsa all'arancia

    Quando le bucce d’arancia saranno pronte, cominciate a preparare la salsa. Fate sciogliere il burro in un pentolino antiaderente.

    Filetto di tonno rosso con mandorle su salsa all'arancia  Filetto di tonno rosso con mandorle su salsa all'arancia

    Quando il burro sarà completamente sciolto, versate nel pentolino il succo dell’arancia ed una tazzina di latte. Con una frusta girate per omogeneizzare il composto. Quindi aggiungetevi della farina che avrete precedentemente setacciato, continuando a girare nello stesso verso, per evitare che si formino grumi. Aggiustate, al contempo, di sale.

    filetto di tonno rosso su salsa arancia 6 filetto di tonno rosso su salsa arancia 7

    Quando la consistenza sarà di una salsa morbida e liscia, riassaggiatela per capire se l’agrodolce ha raggiunto il punto che più vi piace o se sarà necessario aggiungere altro sale. Ad ogni modo, a preparazione finita, spegnete il fuoco e continuate a girare ogni tanto per evitare che sulla superficie della salsa all’arancia si formi quella patina fastidiosa tipica di queste preparazioni. Passate quindi alla preparazione del tonno rosso.

    filetto di tonno rosso su salsa arancia 8 filetto di tonno rosso su salsa arancia 3

    Il tonno andrà solo leggermente scottato, dovrà essere sostanzialmente crudo all’interno. Se non gradite, potete anche completare la cottura del filetto, ma non sarà più tenero e sugoso come nel primo caso. In una padella versate un po’ d’olio e.v.o. e passate alla cottura del filetto. Saranno necessari pochissimi minuti in tutto. Prima da un lato (prima di girarlo dall’altro, salatene la superficie) quindi dall’altro. La parte centrale del filetto dovrà rimanere rosso viva. Quindi salata anche l’altra superficie e spegnete il fuoco. Tagliate i filetti in due, tre o quattro parti a seconda della grandezza del pezzo, in modo che la parte centrale sia ben in evidenza.

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    Passate quindi ad impiattare, sistemando sul fondo del piatto di portata la crema all’arancio, disponendovi sopra il filetto e completando con una spolverata delle mandorle che avete tritato all’inizio e decorando con un ciuffetto di prezzemolo.

    Bon Appetìt!

     

  • Gnocchi di patate viola con gorgonzola, noci e broccoli

    Gnocchi di patate viola con gorgonzola, noci e broccoli

     

    Gnocchi di patate viola con gorgonzola, noci e broccoli

    Anche se non sempre è facile trovarle nei negozi di ortofrutta o nei supermercati, le patate viola sono una chicca che non potete farvi scappare ove mai le incontraste lungo il vostro cammino. Morbide e coloratissime vengono utilizzate principalmente o per le patate duchessa o per gli gnocchi. In ogni caso i vostri piatti brilleranno di luce propria.

    Ingredienti per due persone:

    300 gr di patate viola

    100 gr di farina 00 (quantità indicativa)

    Un broccolo grande

    Mezza dozzina di noci

    100 gr di gorgonzola

    Parmigiano q.b.

    Latte q.b.

    Uno spicchio d’aglio

    Olio e.v.o. q.b.

    Sale q.b.

    Cominciate col mettere a lessare le patate con tutta la buccia (lavatele bene per prima cosa) in acqua abbondante. Quindi tagliate e lavate i broccoli. Tenete solo le cimette dell’infiorescenza. Lessatele, quindi, in acqua salata. Quando i broccoli si saranno ammorbiditi, scolateli. Nel mentre, con tutta probabilità, anche le vostre patate saranno cotte. Aiutatevi con uno stecchino per capire se lo sono effettivamente. In tal caso, scolate e, quindi, tirate via la buccia.

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    Schiacciate le patate viola una prima volta, quindi ripete l’operazione per renderle più morbide. Aggiungetevi quindi un prima manciata di farina. La quantità di farina fornita negli ingredienti è puramente indicativa, la capacità di assorbirla da parte della patata varia a seconda dell’umidità della stessa. Impastate in modo che le patate viola assorbano tutta la farina.

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    Ripetete l’operazione 6-7 volte anche 10, se necessario. Il risultato finale deve essere un panello morbido ma sufficientemente sodo.

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    Staccatene, con l’aiuto di una spatola, dei pezzi ed, aiutandovi con della farina, formate dei filoncini. Quindi, sempre con la spatola, tagliateli per formare gli gnocchi (lunghi circa un centimetro e mezzo ognuno).

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    Passate, quindi, a completare le restanti preparazioni. Per la decorazione, in un ruoto, sistemate della carta forno. Fate due mucchietti di parmigiano ed aiutandovi con un coltello o con la solita spatola, formate dei triangolini come in foto. Infornate a 150°. Sgusciate quindi le noci e tritatele in maniera grossolana con l’aiuto di un mortaio.

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    Dei broccoli che avete precedentemente lessato, tenetene da parte una dozzina di cime da ripassare, poi, in padella. La restante parte fatela diventare crema con l’aiuto di un frullatore ad immersione, aggiungendovi magari un po’ di latte per renderla più fluida. Aggiustate di sale. Date quindi un occhio alle vostre fiches di parmigiano. Se saranno compatte e belle dorate, tiratele via dal forno.

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    Cominciate quindi a far bollire l’acqua. Mi raccomando, pentola grande ed acqua abbondante. Se gli gnocchi non hanno spazio a sufficienza, rischiano sempre di attaccarsi l’uno all’altro. Prima di buttarli nell’acqua bollente però, nella padella in cui li salterete, in olio e.v.o., fate soffriggere uno spicchio d’aglio. Toglietelo quando sarà imbiondito e fate sciogliere il gorgonzola. Quindi ripassate le cime dei broccoli che avete tenuto da parte ed aggiungete parte delle noci che avete, in precedenza, schiacciato. Quindi spegnete il fuoco e buttate gli gnocchi di patate viola nell’acqua bollente (non dimenticate di salarla prima). Basteranno pochi secondi per farli risalire a galla. Gli gnocchi sono a questo punti già pronti. Scolateteli e saltateli in padella col resto degli ingredienti.

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    Quindi impiattate a vostro piacimento con un fondo di crema di broccoli e completando la decorazione inserendovi, prima, la fiche di parmigiano e poi aggiungendovi la restante parte delle noci.

    Bon Appetìt!