Category: Primi

  • Cous cous allo zafferano con rana pescatrice, pomodori secchi, olive nere, capperi, pinoli e finocchietto selvatico

    Cous cous allo zafferano con rana pescatrice pomodori secchi olive capperi pinoli e finocchietto selvatico

    Quant’è bello lo zafferano in pistilli. Per quanto non sempre sia di facile reperibilità, più che altro è legittimo non aspettarsi di trovarlo al supermercato, ma piuttosto in negozi specializzati in prodotti tipici. L’aroma è decisamente più fisico, lo metti in infusione in un bicchiere e lo senti piano piano che vien fuori anche a distanza di metri, quasi come fosse uno scotch whisky invecchiato dal carattere burbero e spigoloso. Ed anche il sapore è più netto e nei piatti diventa protagonista. Insomma, spendere qualche euro in più ne vale decisamente la pena.

    Ingredienti per due persone:

    150 gr di cous cous

    250 gr di rana pescatrice (coda o trancio)

    Zafferano in pistilli q.b.

    6 pomodori secchi

    Una dozzina di olive nere

    Una manciata di capperi

    Una dozzina di pinoli

    Finocchietto selvatico q.b.

    Uno spicchio d’aglio

    Sale q.b.

    Mettete, come prima cosa, in infusione lo zafferano in acqua tiepida per un paio d’ore. Risciacquate i pomodori secchi per dissalarli e metteteli a bagno in olio e.v.o per ammorbidirli. Dopo un po’, prima della preparazione del cous cous, mettete a dissalare anche i capperi e snocciolate le olive nere.

    Quindi tagliate a pezzetti i pomodori secchi e pulite dalla pelle il vostro trancio di rana pescatrice.

    Soffriggete in padella in olio e.v.o (non lesinate) uno spicchio d’aglio, rimuovetelo una volta imbiondito e cuocetevi il pesce. Qualche minuto è sufficiente, non cuocetelo troppo. Rimuovete la rana pescatrice dalla padella e ripassataci rapidamente gli altri ingredienti, olive nere, capperi (strizzateli), pinoli, finocchietto selvatico e in ultimo i coriandoli di pomodoro secco. Rimuovete dalla padella anche questo condimento ed apprestatevi a cuocere il cous cous.

    La preparazione del cous cous è quella classica. Ricoprite con acqua calda a filo (non ne mettete troppa)

    Attendete che venga tutta assorbita, quindi aggiungete l’acqua in cui avrete messo in infusione i pistilli di zafferano e ripetete l’operazione.

    Una volta che tutta la parte liquida sarà assorbita, condite con il pesce (fatto a pezzetti) ed il condimento saltato prima in padella. Amalgamate bene.

    Impiattate a vostro piacimento decorando con un ciuffetto di finocchietto.

    Bon Appetìt!

  • Spaghetti alla chitarra con crema di cavolfiore e gamberi

    Spaghetti alla chitarra con crema di cavolfiore e gamberi

    C’è una chitarra che non suona, o meglio che suona ma che non è usata per suonare, non ha bisogno di essere accordata, anche se una regolatina alle corde è necessaria che le sia data ogni qual volta la si voglia usare. È la chitarra per spaghetti. Non ne possiedo una, ma inutile dire che la desidero molto più di quanto un chitarrista rock possa bramare la più costosa delle Stratocaster. Si adagia la sfoglia di pasta fresca sulle corde e vi si passa il matterello sopra, in modo che le corde taglino la pasta e restituiscano questi bellissimi spaghetti dalla forma (più o meno) quadrata. C’è qualcosa di più rock ‘n roll che si possa fare in una cucina? Musica per stomaci caldi! (semicit.)

    Ingredienti per due persone:

    200 gr di spaghetti alla chitarra

    Metà cavolfiore

    Una decina di gamberi

    Olio e.v.o.

    Uno spicchio d’aglio

    Sale q.b.

    Pepe nero q.b.

    Prezzemolo q.b.

    Il piatto è molto semplice, cominciate a mondare e a lavare il cavolfiore. Una metà (anche meno se è molto grande) sarà più che sufficiente per la vostra crema. Mettetelo a lessare in acqua salata.

    Quando sarà bello morbido, frullate il cavolfiore, aiutandovi con un po’ di acqua di cottura, per avere una crema fluida e perfettamente liscia. Aggiustate di sale.

    Sgusciate i gamberi e cuoceteli velocemente in padella in abbondante olio e.v.o. (in cui avrete precedentemente soffritto uno spicchio d’aglio). Basteranno un paio di minuti al massimo. Salate leggermente.

    Quindi tagliate i gamberi a pezzetti, lasciandone un paio interi per decorazione. Aggiungete quindi al sugo la crema di cavolfiore e una generosa macinata di pepe nero. Amalgamate.

    Scolate la pasta al dente e saltatela in padella nel sugo, aiutandovi eventualmente con un po’ d’acqua di cottura ed aggiungendo in ultimo del prezzemolo tagliato finemente.

    Impiattate a vostro piacimento, completando con un’ulteriore spolverata di pepe nero macinato grosso ed un gambero intero a decorazione.

    Bon Appetìt!

  • Mezzanelli tagliati con funghi porcini, zafferano, Castelmagno dop e noci di Sorrento

    Mezzanelli tagliati con funghi porcini zafferano castelmagno dop e noci di Sorrento

    È facile farmi dei regali a Natale, basta puntare sugli alimentari e si va sul sicuro. Altro che ombrelli (che tra l’altro odio, tant’è che il mio inconscio me li fa dimenticare in ogni dove), sciarpe (che tra l’altro le odio e mai ho portato, l’unica che ho indossato e che continuerò a portare con orgoglio resterà quella del calcio Napoli) e biglietti della lotteria (odio anche loro perché ogni volta mi ricordano quanti al gioco sia totalmente sfigato). Così ogni anno torno a casa dalla cena della vigilia, manco se avessi svaligiato un supermercato con la testa già proiettata a pensare come impiegarli nei piatti delle settimane successive. Nella fattispecie, avevo un pacco di porcini secchi dall’odore e dal sapore eccezionale e un vasettino minuscolo di pistilli di preziosissimo zafferano, tutt’altra cosa rispetto a quello liofilizzato che si compra in bustina. Ad ogni modo queste due meraviglie sono confluite magicamente, senza che io facessi nulla perché avvenisse, in questo piatto qui…

    Ingredienti per due persone:

    200 gr di mezzanelli tagliati di Gragnano

    40 gr di porcini secchi

    Pistilli di zafferano q.b.

    70 gr di Castelmagno dop

    Una dozzina di noci di Sorrento

    Sale q.b.

    Olio e.v.o. q.b.

    Uno spicchio d’aglio

    Un ciuffetto di prezzemolo riccio

    Innanzitutto mettete in infusione i pistilli di zafferano in acqua tiepida per un paio d’ore.

    Mettete in ammollo i funghi, invece, per una trentina di minuti per reidratarli.

    Nel mentre, sgusciate le noci e tritatele con l’aiuto di un mortaio.

    Grattugiate il formaggio Castelmagno dop.

    Soffriggete in padella, in olio e.v.o., uno spicchio d’aglio. Rimuovetelo quando sarà imbiondito e fate andare i funghi porcini che avrete, precedentemente, leggermente strizzato. Salate. Accingetevi anche a calare la pasta.

    Scolatela a tre quarti del tempo di cottura indicata sulla confezione, conservando un tazzone della loro acqua. Completate la cottura in padella, aggiungendo l’acqua in cui avrete messo in infusione i pistilli di zafferano e, se necessario, l’acqua di cottura della pasta conservata.

    Aggiungete dapprima le noci tritate ed il Castelmagno, quindi i funghi porcini. Saltate ed amalgamate per bene.

    Impiattate a vostro piacimento, completando con la decorazione di un ciuffetto di prezzemolo riccio.

    Bon Appetìt!

  • Zuppa di scarole, fagioli tondini e castagne con crostini di pane di grano duro

    Zuppa di scarole fagioli tondini e castagne con crostini di pane di grano duro

    La verità è che ci volevo infilare un cotechino dentro per rendere omaggio al capodanno appena passato, ma poi mi son detto, perché far incollerire i miei amici vegani e non dedicare, invece, il primo piatto del 2021 del blog proprio a loro che fanno tanti sacrifici? Sapientemente ho riposto sullo scaffale questo bell’esemplare di boccia cremonese che avevo tra le mani e mi son deciso per la versione veg. Che poi è la crasi tra due accoppiamenti classici della cucina contadina campana (e non solo), vale a dire fagioli e scarole e fagioli e castagne. Insieme, i tre ingredienti si esaltano ancora di più e danno vita a una zuppa gustosa e decisamente invernale.

    Ingredienti per 2 persone:

    Una scarola grande

    200 grammi di fagioli tondini pre-lessati

    100 grammi di castagne secche

    Olio e.v.o. q.b.

    Uno spicchio d’aglio

    Una punta di peperoncino

    Peperoncino in polvere q.b.

    Sale q.b.

    Pane di grano duro a piacere

    Ho trovato abbastanza fortuitamente delle castagne secche IGP di Montella, prodotto di eccellenza dell’Irpinia. Costavano di più, ma non potevo esimermi. Mettete a lessare la quantità indicata, salando leggermente l’acqua.

    Mondate e lavate bene la scarola. Strizzatela leggermente e dopo aver soffritto uno spicchio d’aglio (che andrà rimosso) ed aggiunto una punta di peperoncino (appena una punta perché non diventi troppo piccante), mettetele a stufare in una casseruola alta, coprendo con un coperchio e girando ogni tanto. Salate.

    Nel frattempo tagliate a fette sottili la quantità di pane di grano duro desiderata e tostatele in forno (a 160° per una decina di minuti)

    A cottura delle scarole quasi ultimata aggiungete i fagioli tondini già lessati (aggiungendo parte dell’acqua di cottura).

    Fate amalgamare. Quando le castagne si saranno reidratate e ammorbidite, sbriciolatene la gran parte, lasciando giusto qualcheduna per intero. Conservate l’acqua di cottura.

    Aggiungete la scarole alle scarole e fagioli. Fate amalgamare bene (aiutandovi se necessario con l’acqua in cui avrete lessato le castagne) ed aggiustate di sale se necessario.

    Impiattate decorando il piatto con del peperoncino in polvere e bagnando un crostino di pane di grano duro nella zuppa di scarole, fagioli e castagne.

    Bon Appetìt!

  • Curry thai di Natale con ortaggi di stagione e gamberi

    Curry thai di Natale con ortaggi di stagione e gamberi

    Cominciamo col dire che se cercate la pietra filosofale della ricetta del curry, in particolare di quello thailandese, non dovete esplorare questi lidi. La mia ne è una libera interpretazione, personale, tendenzialmente italianizzata e rigorosamente stagionale della ricetta originale, ammesso che ve ne sia una. Vi assicuro che, pur non cimentandomi spesso nella cucina etnica, la mia compagna si è leccata i baffi e mi ha chiesto di replicarla tutte le settimane. “Sì ma mò non esagerare”, le ho detto con la mia solita simpatia, “una volta ogni tanto si può fare, nel 2023 te la rifaccio”. In Thailandia ci sono stato, ho mangiato curry assolutamente divini ed altri al limite della commestibilità, quelli zeppi di coriandolo in particolare (che mi fa abbastanza schifo). In realtà ogni volta assaggiavo anche tutti quelli dei miei commensali, quindi posso dire di aver accumulato una buona esperienza in materia. L’idea che mi era venuta in mente era quella di utilizzare degli ingredienti che si sposavano bene ad un curry ma che al contempo si ritrovano spesso nelle cene della vigilia e nel pranzo di Natale (almeno nella mia Napoli): il cavolo dell’insalata di rinforzo, i broccoli fatti all’insalata, i gamberoni serviti dopo gli spaghetti a vongole (e gli ottocento antipasti) per tenersi leggeri (perché poi ci stanno la frutta secca, i rococò, i raffiuoli, i mustacciuoli, il panettone, gli struffoli, la cassata al forno e due mandarini per sciacquarsi la bocca).

    Ingredienti per due persone:

    2 patate

    2 carote

    Cavolfiore (un quarto)

    Un broccolo piccolo

    6/7 gamberoni

    Zenzero fresco

    Due pomodori

    Uno scalogno

    Salsa di soia q.b.

    300 ml di latte di cocco

    Curry rosso thailandese (mistura di spezie) q.b.

    Curcuma q.b.

    Sale q.b.

    Olio e.v.o. q.b.

    80 gr di Riso Jasmine

    Per il brodo vegetale:

    Mezza cipolla

    Un gambo di sedano

    Una patata piccola

    Una carota piccola

    Sale q.b.

    Cominciate con preparare un po’ di brodo vegetale al solito modo, non ne servirà tanto. Quindi pelate per bene una bella radice di zenzero (in realtà è il rizoma della pianta, non proprio la radice).

    Per formare una pasta al curry, tritate nel mixer lo zenzero fresco, uno scalogno piccolo, due pomodori per dare colore, inumidendo con una leggera innaffiata di salsa di soia.

    Ripassate il composto in padella per una decina di minuti per asciugarne i liquidi.

    Passate a lessare gli ortaggi dopo averli lavati per bene e sezionati. Dapprima il cavolo.

    Quindi il broccolo. Per semplificare le patate e le carote (lavate e sbucciate) le ho cotte intere nel brodo che già andava da una ventina di minuti.

    Quindi tagliatele a pezzi patate e carote e scolate per bene, una volta cotti, cavolo e broccoli. Pulite i gamberi, pivandoli di testa, coda, carapace ed intestino (il filetto che si trova sul dorso dei crostacei).

    Scottate i gamberi in un filo di olio d’oliva in un wok. Quindi rimuoveteli ed aggiungete al sughetto che avranno rilasciato il late di cocco, due cucchiaini di pasta al curry che avete precedentemente preparato e qualche goccia di salsa di soia. Quindi allungate con poco brodo. Fate andare per 10 minuti a fuoco basso.

    Aggiungete quindi la mistura di spezie di curry rosso thailandese (che trovate abbastanza facilmente in un buon espositore di spezie, quello che ho utilizzato conteneva, in proporzioni ignote, paprika, coriandolo, finocchio, aglio, cannella, peperoncino, fieno greco e zenzero) e un po’ di curcuma per rafforzare il colore. Fate andare per altri 5 minuti.

    Quindi aggiungete gli ortaggi e i gamberi (che in parte, se volete, potete tagliare a pezzetti).

    Impiattate accompagnando con riso jasmin.

    Bon appetìt!

  • Risotto alla zucca con noci, gorgonzola e polvere di prosciutto crudo

    Risotto con zucca noci gorgonzola e polvere di prosciutto crudo

    Pur avendo un approccio solo istintivo al mondo delle arti figurative, apprezzo molto l’astrattismo e le sue derivazioni. Mi affascinano molto, ad esempio, pur comprendendo poco gli arzigogoli che ne fanno i critici d’arte, le geometrie cromatiche di Rothko, a cui questo piatto è liberamente ispirato. Ora non vorrei nemmeno correre il rischio di apparire spocchioso, lungi dal voler paragonare un mio semplice manufatto culinario a una qualsivoglia forma d’arte, tanto più che i quadri del nostro sono battuti all’asta per milioni di dollari e a me nessuno mi fila, però ciò che volevo dire è che quando a riesco a bilanciare i due parametri, ovvero geometria e colore, mi viene un gran sorriso per quanto sono riuscito a portare in tavola.

    Ingredienti per due persone:

    200 gr di riso carnaroli

    400 gr di zucca mantovana

    Una dozzina di noci

    60 gr di gorgonzola

    4/5 fette di prosciutto crudo di parma

    30 gr di burro

    Parmigiano q.b.

    Sale q.b.

    Per il brodo:

    Una costa di sedano

    Una patata

    Una carota

    Una cipolla

    Sale q.b.

    Cominciate col tagliare la zucca e mettetela a lessare con tutta la buccia. Se utilizzate un altro tipo di zucca (ad es. quella lunga napoletana) togliete prima la buccia e mettetela a stufare con un poco d’olio. Lavate bene il prezzemolo e disponetene le foglie in una placca su carta forno, ben distanziate tra di loro. Vi servirà per la polvere di prezzemolo che fungerà da decorazione. In forno a 80° ca per 10/15 minuti.

    Quando la zucca sarà bella morbida, la buccia verrà via con facilità. Assicuratevi, invece, che le foglioline di prezzemolo si siano completamente disidratate, dovranno sbriciolarsi facilmente al tatto.

    Mettete a fare il brodo. Salate l’acqua. Quindi riducete in crema la zucca con l’aiuto del vostro minipimer e di un poco di acqua di cottura per renderla più fluida e perfettamente liscia.

    Polverizzate le foglie secche di prezzemolo con l’aiuto di un mortaio e ripassate attraverso un colino a maglie strette per separare eventuali residui fibrosi.

    Preparate anche la polvere di prosciutto. Sempre su carta forno, distanziate bene 4/5 fette di prosciutto (eliminate il grasso) e infornate a 150° per una ventina di minuti. Alla fine, anch’esse, dovranno risultare perfettamente secche e facilmente sbriciolabili al tatto.

    Sgusciate le noci e tritatele grossolanamente con l’aiuto di un mortaio.

    Cominciate a risottare, facendo dapprima sciogliere il burro in padella, quindi tostando il riso carnaroli per un minuto, infine aggiungendo le prime mestolate di brodo. Nel mentre grattugiate il parmigiano e fate a pezzetti il gorgonzola.

    Continuate la vostra laborioso opera aggiungendo di tanto in tanto un mestolo di brodo. A cottura quasi ultimata (negli ultimi 5 minuti) aggiungete la crema di zucca.

    Fate asciugare ancora. Quindi aggiungete gorgonzola e parmigiano. Amalgamante bene.

    In ultimo aggiungete parte delle noci tritate e parte della polvere di prosciutto.

    Passate all’impiattamento, decorando il risotto alla zucca a vostro piacere con la polvere di prezzemolo, quella di prosciutto crudo e la restante parte di noci tritate, con l’aggiunta magari di qualche gheriglio intero.

    Bon Appetìt!

  • Orecchiette con borragine, funghi cardoncelli, guanciale e pecorino

    Orecchiette con borragine funghi cardoncelli guanciale e pecorino

    Se anche voi, come me, non vi omologate ai supereroi più sdoganati e mettete in cima alla lista dei preferiti Darkman, la creatura nata dalla penna di Sam Raimi, splendidamente interpretata da Liam Neeson nella pellicola uscita nel 1990 e solo in seguito diventato fumetto, facendo difatti il percorso inverso rispetto a quanto avviene di norma, allora probabilmente siete fra quelli che amano l’autunno più di ogni altra stagione. L’aurea malinconica ed uggiosa dell’autunno non è da demonizzare ed anzi la stagione in cui cadono le foglie, porta con sé colori e prodotti bellissimi. Ad esempio le piogge, che tanto intristiscono i comuni mortali, portano in dote una bella varietà di funghi come in nessun altra stagione dell’anno. Tra questi, mi sono recentemente imbattuto al mercato in questi bei cardoncelli che non avevo mai avuto il piacere di mangiare. Ne è venuto fuori un piatto decisamente autunnale, per l’appunto…

    Ingredienti per due persone:

    300 gr di orecchiette (pasta fresca)

    Due fascetti di borragine

    500 gr di funghi cardoncelli

    50 gr di guanciale

    Pecorino q.b.

    Sale q.b.

    Olio e.v.o. q.b.

    Un paio di spicchi d’aglio

    Una punta di peperoncino

    Cominciate col mondare e lavare la borragine. Quindi, dopo aver soffritto uno spicchio d’aglio in una casseruola alta, rimuovetelo ed aggiungete, insieme a una punta di peperoncino, la borragine, lasciandola stufare. Aggiustate di sale.

    Nel frattempo pulite i funghi e tagliateli a fettine.

    La borragine sarà probabilmente già pronta quado avrete finito coi funghi. In una padella, in olio e.v.o., soffriggete un altro spicchio d’aglio e fate andare i cardoncelli coprendoli con un coperchio. Saranno cotti quando avranno perso buona parte dell’acqua e risulteranno leggermente callosi. Una ventina di minuti dovrebbero essere sufficienti. Aggiustate di sale.

    Nell’attesa che l’acqua bolla, ripassate velocemente il guanciale, che avrete precedentemente tagliato a listarelle, in una padella appena unta, senza farlo rinsecchire, ma tenendolo morbido con il grasso appena trasparente.

    Scolate le orecchiette ben al dente, conservate una tazza d’acqua di cottura ed utilizzatela per aiutarvi a saltare la pasta con i funghi, la borragine e il pecorino. Solo in ultimo aggiungete il guanciale.

    Impiattate a vostro piacimento.

    Bon Appetìt!

  • Spaghetti con burrata affumicata, pomodoro ciliegino e tarallo sbriciolato su crema di cime di rapa

    Spaghetti con burrata affumicata pomodoro ciliegino e tarallo sbriciolato su crema di cime di rapa

    Scusatemi! Ci sono ricascato! Lo sbriciolatore di taralli è tornato! D’altronde trovi la bancarella dell’ambulante napoletano al mercato a Milano e che fai? Mica puoi desistere? Il piccolo trofeo, stavolta, consiste in soli 5 pezzi con cui, ad occhio, si procederà ad irrobustire i due aperitivi del week end, tenendone da parte uno per arricchire il piatto di pasta del pranzo del sabato. Il fatto è che l’aspetto nostalgico non è mai da trascurare se si eviscerano le motivazioni all’acquisto di un novello emigrante (anche se credo il discorso valga anche per i veterani). Così lascio che la nzogna defluisca nel mio corpo come una dose di eroina, mentre ad occhi chiusi il mio olfatto, anche a centinaia di chilometri di distanza, percepisce distintamente l’odore del mare mosso a Mergellina. Ho la mano destra unta, la sinistra, invece, stringe forte una birra ghiacciata in bottiglia mentre i gabbiani continuano a garrire sopra la mia testa. Anzi no, sono cornacchie che litigano sul tetto della palazzina di fronte. Ohibò! “Facite quanno è a sera d’a vigilia,comme si’ mmiezo a vuje stesse pur’ io”

    Ingredienti per due persone:

    200 gr di spaghetti

    Una dozzina di pomodori ciliegino

    Una burrata affumicata da 150 gr

    500 gr di cime di rapa

    Un tarallo napoletano

    Parmigiano q.b.

    Sale q.b.

    Olio e.v.o. q.b.

    Due spicchi d’aglio

    Una punta di peperoncino.

    Lavate e mondate le cime di rapa. Strizzatele anche leggermente, per far perdere l’acqua in eccesso. Mettetele a stufare in una casseruola alta dopo avervi soffritto uno spicchio d’aglio in olio e.v.o. Aggiungete anche una punta di peperoncino se di vostro gradimento.

    Una volta stufate le cime di rapa, aiutandovi con l’acqua di cottura che avranno rilasciato, frullatele con un minipimer. Il composto dovrà risultare denso e quanto più liscio possibile.

    Tagliate i pomodori ciliegino a metà e salateli dalla parte della polpa. Quindi in padella, soffriggete un altro spicchio d’aglio e fate andare i pomodorini per pochissimi minuti.

    Giusto il tempo necessario per ammorbidirli solamente. Nel frattempo sbriciolate il tarallo mentre gli spaghetti sono in cottura.

    Sezionate la burrata affumicata e separate la parte pannosa interna da quella esterna, tagliando quest’ultima a pezzettini piccoli, in modo che filerà velocemente quando si salterà la pasta.

    Saltate gli spaghetti nella padella, prima nel sugo di pomodorini, in un secondo momento aggiungendo anche la burrata e una manciata di parmigiano. In ultimo parte del tarallo sbriciolato. Amalgamate bene.

    Impiattate disponendo sul fondo del piatto la crema di cime di rapa, quindi adagiatevi gli spaghetti sopra e completate con una più che generosa spolverata di tarallo sbriciolato.

    Bon Appetìt!

  • Paccheri con rana pescatrice, pomodoro giallo e olive taggiasche

    Paccheri con rana pescatrice pomodoro giallo e olive taggiasche

    Seconda puntata dedicate alle pacchetelle de “L’orto Conviviale”: questa volta in versione oro giallo, materia prima preziosa per arricchire i vostri primi. Se vogliamo trovare una caratteristica che accomuna i pomodori coltivati alle falde del Vesuvio, ebbene questa è la cremosità che conferiscono ai sughi, ancora più accentuata in quelli preparati con i pomodori gialli rispetto a quelli rossi. Se poi sul piatto della bilancia pesate il fatto che mangerete, nella fattispecie, un prodotto assolutamente genuino, molto più che biologico, coltivato senza alcun tipo di trattamento, allora il fatidico quid in più è pronto ad esser servito in tavola. E per quanto si tratti di un piatto semplice, con non tanti ingredienti, il verbo più adatto che potrete spendere dopo aver mangiato l’ultimo maccherone non lo troverete nel dizionario italiano, ma solo in quello napoletano, rigorosamente in forma riflessiva: “arricrearsi”, che sottende, va da se’, una nuova genesi, come apice del godimento.

    Ingredienti per due persone:

    250 gr di paccheri di Gragnano

    Una conserva di pomodori gialli a “pacchetelle” del Vesuvio da 580 gr

    250 gr di rana pescatrice

    Una ventina di olive taggiasche

    Sale. q.b.

    Olio q.b.

    Uno spicchio d’aglio

    Prezzemolo q.b.

    Soffriggete in olio e.v.o. lo spicchio d’aglio, rimuovetelo una volta imbiondito e cominciate a cuocere il vostro trancio di rana pescatrice.

    La cottura del pesce, come sempre, è molto veloce, 4/5 minuti in tutto, sufficienti però a rilasciare i suo delizioso sughetto. Rimuovete, una volta cotta, la rana pescatrice e fatela a pezzetti, tenendola da parte.

    Versate la conserva di pomodori gialli nel sugo dl pesce e fate restringere a fuoco basso per 20/30 minuti. Verso fine cottura inserite le olive taggiasche che avrete precedentemente denocciolato.

    Infine, nell’attesa che i paccheri cuociano (attenzione, è un formato di pasta particolarmente delicato, necessitano di spazio nella pentola, usatene una bella grande e con tanta acqua), inserite nel sugo anche la carne della rana pescatrice. Nel frattempo tritate finemente un bel po’ di prezzemolo. Scolate, quindi, i paccheri al dente e saltateli per bene nel sugo. Spolverate con il trito di prezzemolo.

    Impiattate a vostro piacimento, irrorando con altro sugo e decorando con una fogliolina di prezzemolo.

    Bon Appetìt!

  • Spaghetti allo scarpariello

    Spaghetti allo scarpariello

    Accolgo il suono del citofono col batticuore. Finalmente è arrivato, deve essere per forza il corriere. Lancio le pantofole da qualche parte scalciandole via, inforco le scarpe da ginnastica e faccio le scale di corsa per l’irrazionale paura che si stanchi di aspettare e vada via. In realtà ci avrò messo 15 secondi, non di più. Accolgo il pacco direttamente dalle sue mani come un bambino al cospetto di babbo natale in persona. Mi son fatto spedire un po’ di cose da “L’orto conviviale”, le loro preziose conserve di pomodori in primis, ma anche un po’ di sottoli vari e una confettura. Non vedo l’ora di tirarle fuori da quella scatola e stiparle come prestigiosi trofei in dispensa. Le guarderò con orgoglio e giurerò di onorarle ogni qualvolta deciderò di prepararci qualcosa. Se non conoscete “L’orto conviviale” vi siete persi, almeno sinora, una bellissima storia di resistenza contadina, ma anche un motivo di esser fieri della vostra terra. Conosco personalmente Miriam che gestisce l’orto e ci lavora insieme al marito Vincenzo. Sono loro gli artefici di questa esperienza al limite della commozione. Sono due persone al di sopra della media, per quanto la loro modestia non gli permetterà di essere d’accordo con questa affermazione. Due persone lungimiranti, che da qualche anno, lasciando la routine del lavoro impiegatizio, hanno deciso di riscoprirsi contadini. Contadini responsabili, che puntano a valorizzare la biodiversità e la sostenibilità delle produzioni agricole, fautori della decrescita felice e della convivialità, per l’appunto, della vita in campagna. Sono loro stessi un’eccellenza del nostro territorio al pari dei loro favolosi pomodori pizzutelli del Vesuvio. Un patrimonio che andrebbe studiato e sostenuto, perché non si limita alla solo coltura agricola a fini commerciali, anzi semmai pospone quest’ultima all’aspetto culturale che sta dietro il loro progetto. Un progetto di crescita in termini di consapevolezza e tutela del territorio, di studio e promozione della biodiversità, di promozione di una serie di attività a latere che arricchiscono di significati il vivere la campagna. Vi invito a fare qualche ricerca in rete su questi due sognatori felici, ci troverete un sacco di interviste e di racconti sulle numerose attività di cui sono protagonisti e vi sfido a non innamorarvene!

    Ingredienti per due persone:

    200 gr di spaghettoni di Gragnano

    Una conserva di pomodori a “pacchetelle” del Vesuvio da 580 gr

    Uno spicchio d’aglio

    Olio e.v.o. q.b.

    Sale q.b.

    Pecorino romano q.b.

    Pepe nero q.b.

    Una fetta di pane per la scarpetta

    Basilico q.b.

    Beh la ricetta è davvero semplice, d’altronde parliamo di uno di quei piatti che dalle nostre parti si definiscono sciuè sciuè, facili e veloci da preparare cioè. Insomma la inserisco per dovere bibliografico, ma sfido chiunque a non sapere come approcciare questa preparazione. Unica raccomandazione, non dimenticate quando deciderete di prepararla, una fetta di pane fresco per fare, dopo aver finito la pasta, una doverosa scarpetta. Innanzitutto bisogna procurarsi l’indispensabile materia prima, il pomodoro a pacchetelle che difficilmente si trova nella grande distribuzione (ma dalle premesse sapete a quale campanello bussare). Fate imbiondire in olio e.v.o. uno spicchio d’aglio, quindi, dopo averlo rimosso versate in pentola la conserva di pomodoro pizzutello.

    Fate andare a fuoco basso per una trentina di minuti scarsi. Non dimenticate a metà cottura di salare. Ovviamente il sugo dovrà restringersi parecchio, ma non seccare completamente. Grattugiate nel frattempo il pecorino.

    Quando la pasta sarà al dente, scolatela e rimettetela nella pentola per condirla con il sugo di pomodoro (non tutto, una parte conservatelo). Aggiungetevi anche una prima generosa manciata di pecorino e un abbondante spolverata di pepe nero, possibilmente macinato grosso.

    Impiattate a vostro piacimento, irrorando gli spaghetti con il restante sugo, completando con un’ ulteriore nevicata di pecorino, una macinata robusta di pepe nero e decorando con qualche fogliolina di basilico.

    Bon Appetìt!